Il vaccino prodotto dall’università di Oxford in collaborazione con Irbm di Pomezia ha prodotto in singola dose, un mese dopo l’iniezione, “un aumento di quattro volte degli anticorpi contro la proteina spike del virus SARS-CoV-2, nel 95% dei partecipanti. In tutti i partecipanti è stata indotta una risposta via linfociti T, che ha raggiunto il picco entro il quattordicesimo giorno e si è mantenuto fino a due mesi dopo l’iniezione”. Lo sottolinea AstraZeneca, la casa farmaceutica che produce il vaccino, rispetto ai dati pubblicati oggi su The Lancet, spiegando che “i risultati intermedi dello studio clinico di fase I/II COV001 – tuttora in corso e condotto dall’Università di Oxford – hanno dimostrato che AZD1222 è stato ben tollerato e ha generato importanti risposte immunitarie contro il virus SARS-CoV-2 in tutti i partecipanti arruolati”.
Si tratta di uno studio clinico di fase I/II, multicentrico, randomizzato, controllato e condotto in cieco su 1.077 partecipanti adulti sani di età compresa tra i 18 e i 55 anni. “Lo studio – spiega AstraZeneca – ha valutato una singola dose di AZD1222 confrontandolo con MenACWY, un vaccino meningococcico coniugato. Dieci partecipanti hanno anche ricevuto due dosi di AZD1222 a distanza di un mese”. L’attività neutralizzante contro il SARS-CoV-2 è stata osservata nel 91% dei partecipanti un mese dopo la vaccinazione, e nel 100% dei partecipanti che avevano ricevuto una seconda dose. I livelli di anticorpi neutralizzanti, osservati nei partecipanti che avevano ricevuto una o due dosi, erano compresi in un intervallo simile a quelli osservati nei pazienti Covid-19 convalescenti. Sono state osservate forti correlazioni tra i saggi di neutralizzazione. “Le prime risposte di sicurezza – rende inoltre noto la casa farmaceutica – hanno confermato che le reazioni locali e sistemiche transitorie erano comuni nel gruppo AZD1222 ed erano paragonabili a quelle osservate in studi precedenti e in altri vaccini vettoriali adenovirali. Esse includevano temporaneo dolore e sensibilità al sito di iniezione, mal di testa da lieve a moderato, affaticamento, brividi, febbre, malessere e dolori muscolari. Non sono stati segnalati eventi avversi gravi con AZD1222 e le reazioni sono state ridotte dall’uso del paracetamolo profilattico, e si sono verificate meno frequentemente dopo una seconda dose. Il professor Andrew Pollard, Chief investigator dell’Oxford Vaccine Trial presso la Oxford University e coautore dello studio, ha dichiarato: “I dati intermedi di fase I/II dimostrano che il nostro vaccino contro il coronavirus non ha prodotto reazioni impreviste e ha avuto un profilo di sicurezza simile a quello di precedenti vaccini di questo tipo. Le risposte immunitarie osservate dopo la vaccinazione sono in linea con ciò che prevediamo sarà associato alla protezione contro il virus SARS-CoV-2, anche se per confermarlo dobbiamo continuare il nostro rigoroso programma di studi clinici. La risposta immunitaria più importante è stata osservata nei partecipanti che hanno ricevuto due dosi di vaccino, il che indica che questa potrebbe essere una buona strategia vaccinale”.
Attualmente studi avanzati di fase II/III sono in corso nel Regno Unito, in Brasile e in Sudafrica, e stanno per iniziare negli Stati Uniti. Queste sperimentazioni determineranno l’entità della protezione dal Covid-19 che il vaccino sarà in grado di offrire, e misureranno la sicurezza e le risposte immunitarie nelle diverse fasce di età e a seconda dei vari dosaggi. Parallelamente, AstraZeneca “continua ad adempiere al proprio impegno per un ampio ed equo accesso al vaccino, nel caso in cui gli studi clinici in fase avanzata risultino efficaci. Finora è stata concordata la fornitura di oltre due miliardi di dosi di vaccino a Regno Unito, Stati Uniti, Inclusive Vaccines Alliance in Europa, Coalition for Epidemic Preparedness, Gavi the Vaccine Alliance e Serum Institute of India”.