(di Tiziano Rapanà) Carissimi, torno brevemente sul caso Enzo Salvi. Parto dal principio, per riannodare i fili. Una settimana fa, in un luogo isolato di Ostia Antica, un ragazzo ha aggredito Enzo Salvi, un suo amico, e il pappagallo Fly. L’assalitore li ha presi a sassate, senza un motivo. Conseguenze dell’aggressione: una frattura del cranio, per Fly, e un brutto shock, per Enzo. Fly sta meglio, Enzo pure. La notizia ha fatto il giro del Paese. E alcuni media e politici hanno inzuppato il biscotto sul caso, perché l’aggressore è straniero. La cosa ha addolorato Enzo, perché da sempre è arcinemico di ogni forma di razzismo. Nell’intervista che gli ho fatto giorni fa, Enzo mi spiegava il suo disappunto per l’impunità dell’azione (l’aggressore è a piede libero), ma non mi ha detto mezza parola – nemmeno un’allusione – sulla nazionalità dell’individuo. L’ironia della sorte vuole che alcuni giorni prima dell’attacco, su Youtube, era stato postato un video con Salvi che irrideva il razzismo. Un video simpatico che ironizzava sull’orrenda inclinazione sociale, praticata – anche senza vergogna – da un certo numero di individui. Il video è la prova del nove che attesta l’acrimonia di Enzo verso le discriminazioni. Guardate il video, è molto simpatico. La scenetta ideata da questo baldo artista, Leonardo Bocci. Non ve la racconto per non rovinarvi la sorpresa che permea lo sketch.