Il valore della produzione nel 2019 del consorzio di tutela del Pecorino Romano è stato di 2 milioni e 710 mila euro. Le contribuzioni a carico dei produttori (94,84% produttori associati e 5,16% produttori non soci) è stata di 1 milione e 76mila euro, gli altri ricavi e proventi sono rappresentati in particolare dai contributi di enti pubblici. Il bilancio è stato approvato dall’assemblea dei soci riunita in videoconferenza. Gli investimenti più importanti dell’anno 2019 sono relativi alla protezione e tutela del marchio dalle contraffazioni, all’attività legale per evitare i Dazi Usa e alle iniziative promo-pubblicitarie per far conoscere il prodotto in nuovi mercati esteri.
“Quello dei Dazi Usa è stato il tema più impegnativo di quest’anno”, dice il presidente del Consorzio, Salvatore Palitta. “Abbiamo lavorato intensamente e ininterrottamente per mesi con i nostri legali negli Usa per scongiurare il rischio Dazi, che sarebbero stati un vero disastro per noi e più in generale per l’economia della Sardegna. Siamo riusciti a evitare di finire nella black list per due volte, ma non possiamo abbassare la guardia, anzi dobbiamo stare molto attenti perché a settembre è previsto un ulteriore inasprimento: stiamo perciò continuando a rafforzare la nostra presenza negli Stati Uniti, a far valere le nostre ragioni con audizioni, memorie e attività lobbistiche attraverso i rappresentanti parlamentari”. Le spese legali per la protezione del marchio dalle contraffazioni è continua e molto impegnativa. I tentativi di imitazione sono infatti continui e richiedono una vigilanza ininterrotta. “E’ una delle attività che più hanno impegnato il Consorzio, per esempio a Singapore dove si è riusciti a ridimensionare l’associazione dei nomi comuni rispetto al nostro marchio, ma anche in Giappone dove abbiamo finalmente registrato il marchio distintivo con la testa di pecora stilizzata e in tanti altri Paesi dove si cerca di contrabbandare prodotti scadenti con nomi simili al nostro. Per portare avanti quest’attività di tutela, nel 2019 abbiamo triplicato le spese legali”, spiega Palitta.
Le attivita’ promozionali hanno tutte l’obiettivo comune di promuovere il prodotto e più in generale la Sardegna e il suo territorio. In particolare, il progetto Propaseu ha impegnato il pecorino romano in una campagna di promozione insieme a Speck e Asiago in Canada e Stati Uniti (2 milioni e mezzo di euro in 3 anni, l’80% finanziato dall’Unione Europea); il progetto Rosafi ha promosso le tre dop ovine sarde in contemporanea in Germania, Francia, Stati Uniti e Regno Unito (4 milioni di euro, 3 di compartecipazione dalla Regione); il progetto Chizu, che partirà quest’anno, porta il pecorino romano in Giappone, in particolare nei ristoranti dell’area metropolitana di Tokyo (1 milione in 3 anni, iniziativa cofinanziata dall’Unione Europea). L’attività promozionale ha compreso inoltre sponsorizzazioni, pagine pubblicitarie su riviste, affissioni negli aeroporti e allestimenti fieristici.