Eventuale sforbiciata solo se parte di un piano organico di lotta all’evasione e riduzione fiscale
E’ durata poco la fuga in avanti del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte sul taglio dell’IVA che nel corso delle ore è rimasta incagliata nella rete di resistenze e polemiche. A mettere i paletti ci ha pensato subito il Ministro dell’Economia Gualtieri che ha spostato il focus dell’azione dell’esecutivo puntando più in generale su una riforma fiscale ampia e organica. “L’obiettivo strutturale del Governo è la riduzione del costo del lavoro”
ha chiarito a chiare lettere il Titolare del Tesoro ridimensionando, di fatto, la questione IVA: “Stiamo esaminando tutte le varie opzioni, tra cui questa” ma tenendo presente la questione delle “risorse”.
Sì, perchè il nodo è sempre quello. Secondo i calcoli contenuti nella relazione tecnica del decreto Rilancio, il taglio di un punto dell’aliquota ordinaria del 22% vale circa 4,37 miliardi e dell’aliquota ridotta del 10% sfiora i 3 miliardi.
Tradotto: se anche dovesse farsi, il taglio dell’IVA non è tra le priorità e, secondo quanto ricostruisce il Messaggero, riguarderà soltanto chi non usa i contanti ma i metodi di pagamento elettronici.
Questa la linea emersa dal vertice di confronto tra le forze della maggioranza: l’eventuale sforbiciata non arriverà a luglio. Ma farà parte di un “piano organico di lotta all’evasione e di riduzione fiscale”, come riporta il quotidiano che cita una fonte vicina al dossier.
Una partita che si gioca su un triplice piano: colpire l’evasione fiscale e dunque aumentare le entrate riducendo i pagamenti in nero, incentivare l’uso del cashless attraverso le carte di credito e risparmiare una bella quantità di risorse in quanto il taglio dell’IVA non sarà generalizzato.
In generale, resta alta la tensione con il M5s sul dossier Autostrade. Il Governo non ha chiuso la porta come avrebbero voluto i pentastellati e lavora in una direzione più soft: un ingresso del fondo F2i e di Cassa depositi e prestiti in Autostrade, così da “oscurare” Atlantia, che non si configurerebbe più come socio di maggioranza. Una mossa che comunque non piacerebbe a una bella del Movimento pronti a far saltare il banco.
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