La ricerca sui pazienti affetti da coronavirus ha rivelato l’efficacia di un antinfiammatorio steroideo, in uso dagli anni ’60, che ha ridotto i tassi di mortalità di un terzo per i pazienti con ventilazione e di un quinto per i pazienti che necessitano di ossigeno
La scoperta del desametasone come trattamento per il coronavirus è stata salutata nel Regno Unito come una “grande svolta”. Stando ai risultati di uno studio condotto dall’università di Oxford (ma non ancora pubblicato) su 2.000 pazienti gravemente malati, questo antinfiammatorio steroideo ha ridotto fino a un terzo il rischio di morte. In ambito farmacologico, non si tratta però di un trattamento novità: il Desametasone è infatti disponibile da decenni ed è comunemente in vendita anche in Italia al costo di circa 6 euro.
Ma qual è la storia del farmaco, quali sono state le ricerche sulla sua efficacia nei pazienti affetti da Covid-19 e quali i possibili effetti collaterali?
Il Desametasone è un farmaco steroideo ampiamente usato, noto come corticosteroide, che agisce per ridurre l’infiammazione. In uso sin dai primi anni ’60, tratta una serie di disturbi, tra cui l’artrite reumatoide e l’asma. Può agire inoltre per impedire al sistema immunitario di distruggere le piastrine nei soggetti con disturbi ematici ed è utilizzato anche nelle cure per i malati terminali.
I RISULTATI DELLO STUDIO SUI PAZIENTI CON CORONAVIRUS
Lo studio condotto a Oxford ha coinvolto 2.104 pazienti, i quali hanno ricevuto 6 mg di desametasone una volta al giorno per via orale o iniezione endovenosa per 10 giorni. I ricercatori hanno quindi confrontato i loro risultati con quelli di un gruppo di controllo di 4.321 pazienti, scoprendo che – per un periodo di 28 giorni – il tasso di mortalità tra i pazienti che necessitavano di ventilazione era del 41% e per quelli che avevano bisogno di ossigeno era del 25%.
«Ciò che abbiamo visto è stato davvero notevole», ha commentato Peter Horby, lo scienziato alla guida del team dell’Università di Oxford che ha condotto lo studio, affermando che il farmaco ha ridotto i tassi di mortalità di circa il 35% per i pazienti Covid-19 con ventilazione e di circa il 20% per i pazienti che necessitano di ossigeno. «In tre mesi abbiamo coinvolto oltre 11.500 pazienti e questo lo rende di gran lunga il più grande studio clinico al mondo».
I POTENZIALI EFFETTI COLLATERALI
Il Desametasone presenta tuttavia diversi effetti collaterali, da reazioni cutanee a disturbi del sonno, mal di testa, disturbi gastrointestinali e, al pari del cortisone, può indebolire il sistema immunitario.
Effetti collaterali più rari includono aumento dell’appetito, disturbi agli occhi, insufficienza cardiaca, convulsioni, vertigini.
Ulteriori avvertenze intorno agli effetti collaterali si concentrano sull’aumento dei rischi associati alla terapia prolungata con corticosteroidi, che è tuttavia improbabile che accada nei pazienti affetti da Covid-19.
Vanityfair.it