In una lettera inviata al deputato Schaeffler, il presidente della Buba si dice pronto – in caso di mancata soluzione – a rispettare la sentenza della Corte di Karlsruhe
I giudici di Karlsruhe, stavolta, potrebbero averla fatta davvero grossa con la sentenza dello scorso 5 maggio che da un lato ha sì confermato la costituzionalità del Piano QE della BCE, ma con alcuni rilievi, dando tempo 3 mesi al Board di Francoforte per dare una risposta. LAGARDE SI SMARCA – La prima a tuonare era stata proprio la “diretta interessata”, la Presidente della Banca Centrale Europea,
Christine Lagarde che ha lanciato a più riprese messaggi tutt’altro che sibillini ridisegnando il perimetro delle competenze: “Siamo un’istituzione europea con competenze sull’Eurozona. Rendiamo conto al Parlamento europeo e ricadiamo sotto la giurisdizione della Corte di giustizia europea. Continueremo a fare tutto ciò che è necessario per soddisfare il nostro mandato”. Tradotto: la Germania stia nel suo.
WEIDMANN PURE – Nelle scorse ore, però, a riaccendere il polverone ci ha pensato una lettera inviata dal presidente della Bundesbank Jens Weidmann – che finora non si era mai ufficialmente esposto sulla vicenda –al deputato Frank Schaeffler, visionata dal quotidiano Die Welt. Nel dubbio, la Banca centrale della Germania risponderebbe alla legge tedesca e non a quella europea. La BUBA, ha assestato un colpo mica da poco alla credibilità delle istituzioni UE. Nella missiva il banchiere tedesco si è detto comunque “fiducioso che le istituzioni interessate siano capaci di trovare una soluzione in grado di tenere conto sia delle esigenze della Corte costituzionale federale sia dell’indipendenza della politica monetaria”.
Tuttavia, qualora la Buba dovesse essere messa alle strette, Weidmann ha affermato che “si applica il principio secondo cui, in base alla giurisprudenza della Corte di Karlsruhe, la Banca federale tedesca non può essere parte di misure adottate da organi (…) dell’Unione europea che (…) toccano l’identità costituzionale” della Germania. Tradotto: se non dovesse arrivare una soluzione che soddisfi i giudici, la Bundesbank si chiamerà fuori dai programmi di acquisto titoli della Bce.
FUTURO SENZA BUBA? – Uno scenario di cui si è iniziato a parlare già da qualche tempo tanto che, secondo alcune indiscrezioni, a metà tra un atteggiamento eccessivamente scrupoloso e qualcosa di più di un mero esercizio di stile, la Banca Centrale Europea si starebbe preparando al peggiore degli scenari – al momento ancora remota ma non da escludere a priori : un futuro senza Bundesbank che dal prossimo agosto ,potrebbe interrompere l’acquisto di titoli di Stato vendendo tutti quelli già acquistati.
Un’operazione da centinaia di miliardi di euro che significherebbe un aumento dei tassi d’interesse dei bond e che, soprattutto, aprirebbe la strada a una profonda frattura all’interno dell’area euro che rischia di andare in mille pezzi.
Libero.it