(di Stefano Crisci) Alcuni giorni fa su queste colonne analizzavo un titolo fuorviante di un articolo di Ernesto Galli della Loggia che definiva il Papa “poco politico” E senza azioni eclatanti di “innervatura” religiosa.
Riprendo quindi il tema perché da allora osservo e cerco di leggere tra le righe della semplice parola del sommo pontefice. Alla vigilia della festa della Pentecoste, Papa Francesco ha pregato e detto il rosario nei giardini del Vaticano davanti a tutti i santuari Mariani del mondo. Successivamente, in una splendida omelia e poi nell’Angelus ha invitato tutti i fedeli a ricordare che tutti i cristiani battezzati con il crisma dello Spirito Santo sono amati in egual misura da Dio e tutti sono membri del c.d. “cda spirituale”. Papa Francesco ha invitato a pregare affinché i tre nemici accovacciati davanti all’uscio di casa: narcisismo, vittimismo e pessimismo scompaiano per sempre dalle nostre vite. Essi rappresentano la vera e propria carestia della speranza.
C’è un dramma da evitare dopo questa pandemia; è il dramma di sprecare questa crisi chiudendoci in noi stessi. Dobbiamo trovare il coraggio di uscire fuori per trovarci in una unica famiglia al servizio dei poveri nel mondo.