“Il turismo slow legato al vino, all’aperto, può essere volano per la ripartenza dell’Umbria dopo l’emergenza sanitaria. La Regione Umbria sta facendo un ottimo lavoro di comunicazione, ma occorre che recepisca la legge sull’enoturismo, che finalmente norma la materia dal punto di vista fiscale e amministrativo”. Il presidente del Consorzio tutela vini Montefalco, Filippo Antonelli, è convinto che per far tornare turisti in Umbria dopo la pandemia, si possa ripartire dalle cantine e dai vigneti del distretto tra Montefalco e Bevagna, famoso in Italia e all’estero per i suoi rossi, ma soprattutto per il Sagrantino. Un comparto, quello del turismo esperienziale legato ai vini e dell’accoglienza in cantina, regolamentato con legge nel marzo del 2019, di cui ora si chiede l’applicazione anche in Umbria, “per avere le corrette licenze, far pagare le visite guidate e ospitare eventi ricreativi”. Nel ‘cuore verde’, per il presidente del Consorzio, agronomo e titolare della cantina Antonelli, “l’enoturismo sarà sempre più importante per far conoscere i nostri vini in Italia e all’estero. Stiamo crescendo molto, ma abbiamo avuto prima la batosta del terremoto del 2016, poi, non appena ci eravamo ripresi, è arrivato il coronavirus”. Durante la pandemia, le cantine della zona viticola più famosa della regione, infatti, non sono state risparmiate dalla crisi – dovuta alla chiusura delle attività e al calo dell’export – che secondo una stima del consorzio avrebbe provocato un calo dei fatturati del 70% ad aprile, rispetto allo stesso periodo del 2019 e di circa il 50% a maggio. Molte cantine si sono organizzate con l’e-commerce, che ha funzionato, ma si tratta di “numeri ancora piccoli – spiega Antonelli – perché quello del vino in Italia è un segmento che funziona soprattutto con l’horeca (hotel, ristorazione e catering)”. Per superare le difficoltà legate al momento storico, allora, consorzi, cantine e associazioni si sono messi insieme per promuovere un ritorno dei turisti nelle vigne, con visite guidate anche in lingua e nuove iniziative. “L’enoturismo è strategico a livello nazionale, tanto da aver registrato l’anno scorso un’impennata del 40%, ma lo è ancora di più in Umbria, dove è cresciuto moltissimo negli ultimi dieci anni – spiega Serena Marinelli, presidente dell’associazione Strada del Sagrantino – qui i turisti in cerca di esperienze, che arrivano per conoscere prodotti del territorio, scoprono anche la bellezza artistica e paesaggistica dei nostri borghi”. L’idea di partenza è che quello del vino è un tipo di turismo al riparo dal rischio di contagio, specialmente in Umbria, regione poco colpita dal virus, non densamente popolata e ricca di campagna, spazi aperti e agriturismi. “Siamo una regione privilegiata che ha gestito bene l’emergenza e dobbiamo puntare su questo – sottolinea Marinelli – i turisti stanno tornando, chiedono dove andare a dormire e a mangiare. Le cantine sono aperte e si stanno concentrando sull’accoglienza in sicurezza all’esterno, soprattutto visite in vigna e degustazioni fuori, che rendono il turista tranquillo”. È nata così nelle scorse settimane ‘Sagrantino Experience – Holidaybond’ allo scopo di promuovere, attraverso gift-card, le cantine, le aziende agricole, i frantoi, le strutture ricettive e i ristoranti associati del territorio. Una card che si potrà acquistare fino al 31 agosto e sarà spendibile entro un anno dall’acquisto. “Siamo partiti da una serie di eventi online – racconta la presidente di Strada del Sagrantino – ora anche grazie alla gift card le cantine stanno avendo segnali di ripresa e gli acquisti stanno crescendo”. Nel corso dell’estate verranno messi in piedi ristoranti a cielo aperto nelle piazze e nei vicoli dei borghi umbri, per permettere di accogliere centinaia di clienti. Un primo evento di questo genere, organizzato a Montefalco il 2 giugno, frutto dell’accordo tra ristoratori, cantine e Comune, ha già avuto un grande successo, con circa 700 coperti. Il prossimo si terrà probabilmente il 28 giugno a Bevagna.