Crescono le tensioni con il PD: tante le incognite e i nodi da sciogliere da qui a luglio
E’ una morsa sempre più stretta quella in cui è finito il Premier Conte da mesi: prima l’improvvisa emergenza sanitaria, poi tutte le conseguenze da affrontare. Fatto sta che, ora dopo ora, l’agenda del Presidente del Consiglio somiglia sempre di più a un rompicapo difficilissimo – se non impossibile – da risolvere. Tanti i nodi da sciogliere che Conte, da qui alla fine di luglio, sarà chiamato ad affrontare:
Dalle concessioni ad Autostrade all’attivazione del Mes, rispetto alla quale cresce il pressing dei Dem con i Cinquestelle, invece, in frenata.
Intanto, in vista degli Stati Generali sull’Economia (annunciati da Conte nell’ultima conferenza stampa del 3 giugno, dove al centro ci sarà un primissimo piano per la ripartenza) che nelle intenzioni del Premier dovrebbero essere convocati tra mercoledì e giovedi, crescono le tensioni con il Pd. L’annuncio del Premier non è affatto piaciuto in casa Dem.
Come riportano diverse indiscrezioni stampa, a non nascondere le critiche del Pd, in particolare, Dario Franceschini: con decine di miliardi da spendere non è possibile mettere in campo un piano per la ripresa economica in pochi giorni, è meglio trasformare l’evento in un’occasione di ascolto, sarebbe stato il ragionamento del capodelegazione Dem. Tradotto: no a qualsiasi tipo di improvvisazione o annunci destinati a restare slogan.
“Non c’è nessuna contrapposizione con il Premier – il segretario del Partito Democratico, Nicola Zingaretti getta acqua sul fuoco richiamando però alla necessità di costruire subito un percorso “serio e concreto per affrontare in maniera adeguata le grandi sfide economiche e sociali che abbiamo dinnanzi”.
Aria dunque tesissima senza contare che nella maggioranza rischiano di saltare gli equilibri sul MES. Conte prende tempo, concentrandosi sul suo obiettivo principe: un Recovery Fund. Fino alla prima metà di luglio, quando potrebbe esserci il Consiglio UE finale sul piano di aiuti, il Mes in Parlamento non approderà.
Non meno spinosa la questione Autostrade. Nell’ultima conferenza stampa, il Presidente del Consiglio ha usato toni tutt’altro che sibillini parlando di “Documentate inadempienze” e aprendo, di fatto, la strada alla revoca. Ma, anche qui, la partita è tutta in salita e ancora tutta da giocare.
Libero.it