Cristian Camisa alza la voce sui test sierologici in Emilia-Romagna. E il presidente di Confapi Industria Piacenza, e vicepresidente nazionale, dice forte e chiaro alla Regione che per le aziende così non va. “La delibera della Regione dell’11 maggio sui test sierologici, stravolgendo la precedente versione, li rende di fatto inattuabili per le aziende e avrà effetti anche sui privati”, afferma Camisa.
Come mai? Perché adesso si prevede “un periodo di quarantena per i dipendenti non solo per la positività alle IgM (anticorpi che evidenziano un contagio recente come era nella prima versione), ma anche alle IgG (marcatori di un’infezione sorta in passato, ovvero che segnala chi ha già preso il Covid e sviluppato gli anticorpi). Semplificando, ho preso il Covid in passato e ho sviluppato anticorpi quindi l’infezione è probabilmente conclusa”.
Perché questa decisione? Perché questo accanimento nei confronti delle aziende e non solo? Si domanda ancora Camisa che evidenzia il problema dalla città emiliana anche su ilpiacenza.it. “Gli stessi operatori parlano di eccesso di prudenza. Penso che alla politica manchi il coraggio delle decisioni e nel dubbio sia più facile trincerarsi dietro qualsiasi scorciatoia”.
Così per il presidente di Confapi (Confederazione italiana della piccola e media industria privata) “Il risultato che si otterrà sarà esattamente l’opposto rispetto a quello desiderato”. Ed è molto probabile che “la grandissima parte delle aziende rinuncerà ai test (per evitare la chiusura potenziale di interi reparti dopo un mese e mezzo di stop)”.
Tutto ciò, sottolinea Camisa, in pratica “azzererà un mese e mezzo di lavoro per cui ci siamo battuti giornalmente e per il quale avevo scritto al presidente Bonaccini quando il tema era ancora dibattuto: dare un elemento in più di sicurezza alle persone in azienda con costi, tra l’altro, che le aziende stesse avrebbero sostenuto. Volevano una soluzione indolore preservando questo eccesso di zelo? Sarebbe bastato pretendere tampone anche per positivi alle IgG senza prevedere la quarantena”. Ma forse ironizza il presidente di Confapi Industria Piacenza “era troppo semplice”.
Così Camisa adesso lancia “un appello al presidente Bonaccini e all’assessore Colla (responsabile di sviluppo economico e green economy, lavoro, formazione, ndr). A entrambi ho sempre riconosciuto grande pragmatismo: si ascoltino nostre indicazioni e si faccia un passo indietro. Le persone sono già in azienda da 15 giorni per ritardi della politica nell’entrata in funzione della fase operativa dei test e quindi è stato fallito uno degli obiettivi primari: la riapertura con un elemento fondamentale in più di sicurezza che si univa ai dispositivi di protezione obbligatori”. E conclude: “Vorrei vedere istituzioni amiche delle imprese. Questo spirito anti-industriale deve finire”.
Ilmiogiornale.it