Sicurezza, duttilità ed efficienza le caratteristiche del servizio professionale, in vita da tre anni e con 100 milioni di utenti, che Mountain View ha deciso di aprire anche ai suoi utenti non paganti. Senza limiti di chiamata sino al primo ottobre. Come iscriversi
Questione di poco e Google Meet sarà presto in grado di ospitare videoconferenze gratuite su Meet, trasformando il suo strumento precedentemente soltanto per l’utenza professionale, e quindi a pagamento, in un rivale più grande di Zoom e altri in lotta per gli utenti durante il coronavirus epidemia. Al momento Meet, che è stato lanciato tre anni fa e ha 100 milioni di utenti al giorno, richiede un account aziendale o di istruzione di Google per poter effettuare le chiamate. La società aprirà gradualmente Meet nelle prossime settimane e gli utenti potranno iscriversi a questo indirizzo per sapere quando il loro account avrà ottenuto l’accesso al servizio. Non è certo un esordio per Google nel campo delle videoconferenze, tenendo presente che ne offre gratuitamente da quasi 12 anni attraverso il suo servizio Hangouts, che però ha avuto negli anni qualche problema di sicurezza vedendo scemare i suoi utilizzatori. Big G mantiene mantiene in vita anche Duo, un’app di videochiamata accessibile soltanto su smartphone.
“Abbiamo investito anni di lavoro – ha spiegato Javier Soltero, vice presidente e general manager delle suite di Google – per rendere Meet una soluzione sicura e affidabile per le scuole, per i governi e per le aziende in tutto il mondo, e negli ultimi mesi abbiamo accelerato la disponibilità delle funzionalità più richieste in modo da rendere Meet ancora più utile. A cominciare da maggio, chiunque possieda un indirizzo e-mail può iscriversi a Meet e utilizzare molte delle funzionalità che sono già a usate dai nostri clienti G Suite – scuole, istituzioni, organizzazioni e business –, come per esempio la pianificazione delle riunioni e la condivisione dello schermo, i sottotitoli in tempo reale e la scelta del layout che più si adatta alle proprie necessità, inclusa la visualizzazione a griglia espansa”.
Le riunioni possono durare fino a 60 minuti per tutti gli account gratuiti, ma Google ha fatto sapere che non porrà questo limite fino a dopo il 30 settembre. Messenger e Skype non hanno limite di tempo mentre Zoom li limita a 40 minuti, sempre per gli iscritti non paganti. Anche le chiamate gratuite a Meet saranno limitate a non più di un singolo host e 100 partecipanti, lo stesso della versione gratuita di Zoom ma più dei 50 utenti su Messenger e Skype.
Google assicura gli utenti anche sul fronte della sicurezza, tema sul quale c’è sempre maggiore attenzione. “Meet è stato progettato, sviluppato e distribuito per essere sicuro su larga scala”, ha detto ancora Soltero. “Da gennaio, abbiamo visto l’utilizzo giornaliero di Meet crescere di 30 volte durante i picchi di utenza. Questo mese, Meet ospita quotidianamente riunioni per un totale di 3 miliardi di minuti e registra circa 3 milioni di nuovi utenti al giorno. E la scorsa settimana gli utenti giornalieri di Meet hanno superato i 100 milioni. Una crescita di questo genere richiede una grande responsabilità”.
Ecco alcune delle misure di sicurezza di Google Meet: un consistente set di controlli host, ad esempio la possibilità di ammettere o negare l’accesso a una riunione e disattivare o rimuovere i partecipanti se necessario: gli utenti anonimi (cioè che non abbiano un account Google) non possono partecipare alle riunioni create dagli account dei singoli utenti; i codici per partecipare alle riunioni sono complessi di default e quindi resilienti a qualsiasi tentativo di accesso forzato; le riunioni video su Meet vengono criptate in tempo reale e tutte le registrazioni archiviate su Google Drive restano criptate; Google non richiede plugin per installare Meet sul web. Funziona interamente su Chrome e altri browser, per questo motivo – assicura Big G – è meno vulnerabile alle minacce sulla sicurezza. “Google mira a scoraggiare comportamenti scorretti imponendo a tutti i partecipanti alla versione consumer di Meet di accedere con un account Google. I nomi dei partecipanti e le foto del profilo saranno visibili durante le chiamate, ma i loro indirizzi e-mail non saranno condivisi”, ha spiegato Smita Hashim, direttore della gestione dei prodotti di Google.
E ancora: per i dispositivi mobili l’app Google Meet è disponibile sull’App Store di Apple e sul Play Store di Google; gli utenti Meet possono registrare il proprio account all’interno dell’Advanced Protection Program di Google, il sistema di protezione contro il phishing e il furto di identità; i servizi di Google Cloud sono sottoposti a rigorosi controlli di sicurezza e privacy. (“Le nostre certificazioni di conformità a livello globale consentono di soddisfare requisiti normativi come GDPR e HIPAA, così come COPPA e FERPA per quanto concerne l’ambito dell’istruzione”); i dati degli utenti su Meet non vengono usati per scopi pubblicitari e Google non vende dati degli utenti a terze parti.
Repubblica