La pandemia colpisce a 360 gradi e non fa distinzioni. E così la missione Exomars, la cui partenza era prevista nel luglio prossimo, è stata rinviata di due anni. Se ne riparlerà nel 2022 quando le distanze tra la Terra e il pianeta Rosso saranno più favorevoli.
LE MOTIVAZIONI
«Complicazioni negli spostamenti dei tecnici per l’emergenza coronavirus e soprattutto il completamento delle verifiche tecniche che consentiranno lo sbarco e l’operatività su Marte». Queste le giustificazioni addotte da Esa e Roscomos, l’agenzia spaziale russa. Naturalmente non sono mancati i commenti e tra i tanti anche quello di Maria Cristina De Sanctis, ricercatrice dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e responsabile scientifico dello strumento Ma_Miss (Mars Multispectral Imager for Subsurface Studies). «Sebbene non felici di un rinvio -è il suo intervento a caldo-, riteniamo che sia saggio posporre il lancio se questo ‘garantisce’ una missione con i rischi sostanzialmente nulli. Il nostro strumento Ma_MISS, che è stato il primo ad essere consegnato e quindi integrato con il trapano ed il resto del veicolo spaziale, ha superato tutti i test previsti. Siamo fiduciosi che il rinvio non porterà a nessun ‘degrado’ delle prestazioni del nostro strumento. Continueremo a lavorare per Ma_MISS, effettuando ulteriori test nei nostri laboratori e anzi ne approfitteremo per affinare le tecniche osservative ottimizzando la raccolta dati. Inoltre, analizzeremo campioni rappresentativi del sito di atterraggio con i ‘Ma_MISS’ di laboratorio per essere pronti all’interpretazione dei dati che arriveranno, per la prima volta, del sottosuolo di Marte».
IlMessaggero