Il pescarese Emilio Remigio sbanca il montepremi nel programma di Gerry Scotti
“ARTE, OPERA INTERMINABILE” VINCENZO TRIONE ACCLAMATO A TORINO
(di Cesare Lanza per Il Quotidiano del Sud) Vincenzo Trione (Sarno, 2 giugno 1972) è un prestigioso accademico e critico d’arte contemporanea. Vive a Milano. Presso la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a Torino ha presentato “L’opera interminabile. Arte e XXI secolo” (Einaudi). Andrea Minuz ha scritto su “Il Foglio”: «Lo scorso anno a Milano, al Museo Bagatti Valsecchi, venne esposto un pezzo del Museo dell’Innocenza progettato dallo scrittore Orhan Pamuk. Aperto nel 2012, nel quartiere di Çukurcuma a Istanbul, il museo ospita la vertiginosa raccolta di mirabilia, reliquie, ritagli di giornale, oggetti, mozziconi di sigaretta che raccontano la tragica storia d’amore dell’omonimo romanzo pubblicato da Pamuk nel 2008. Ormai parte delle grandi attrazioni di Istanbul, il Museo dell’Innocenza è un museo tratto da un romanzo che in quel momento, a Milano, era esposto nelle stanze di un altro museo citato nel romanzo (“Il signor Kemal, che alla sua morte aveva visitato 5.723 musei in tutto il mondo: approfittava di ogni occasione per recarsi al Museo Bagatti Valsecchi di Milano”, scrive Pamuk). Nel suo ultimo libro, il critico e storico dell’arte Vincenzo Trione mette il Museo dell’Innocenza tra le opere chiamate a costruire un possibile “canone” per l’arte del XXI secolo. Opere che prima ancora dei confini tra le arti, i media, i linguaggi mettono in crisi l’idea stessa di museo come luogo civico, tempio laico, palestra educativa, oppure parco giochi, format, svago culturale, secondo le innumerevoli declinazioni del sistema dell’arte e della nostra pedagogia. Non di rado i discorsi sull’arte contemporanea appaiono deprimenti, autoreferenziali, tautologici; dall’orinatoio di Duchamp alla banana di Cattelan, escono dalla cerchia degli addetti ai lavori solo in forma di “provocazione”, legata oggi al valore economico, alle quotazioni dei mercati, ai prezzi d’acquisto. All’arte del XXI secolo, spesso effimera, immateriale, provvisoria, arte “allo stato gassoso”, come l’aveva definita Yves Michaud in un libro di qualche anno fa, sembrano negate le idee di canone, di racconto, di epica. Non la pensa così Vincenzo Trione, che individua quindici artisti e quindici “opere d’arte totali”, senza paura di scomodare Wagner, capaci di mettere in scena il caos, l’im maginario, l’epica del nostro tempo».
CHI VUOL ESSER MILIONARIO? EMILIO REMIGIO CE L’HA FATTA
Nato a Scafa (in provincia di Pescara), trent’anni, Emilio Remigio ieri ha conquistato tutte le cronache: ha vinto un milione di euro nel programma a quiz di Gerry Scotti, su Canale 5. Remigio, indovinando la quindicesima domanda, è il quarto concorrente a centrare l’en plein e portarsi a casa un milione nel gioco di Gerry “Chi vuol esser milionario?”. La domanda fatale era: «Cosa lasciò scritto sul suolo lunare Gene Cernan, l’ultimo uomo che mise piede sulla Luna?».E la risposta giusta: «Le iniziali della figlia». «La risposta non la sapevo – ha detto poi Remigio – e ci sono arrivato con un misto di ragionamento e istinto: alla fine mi è arrivata l’illuminazione, ma la componente di fortuna è innegabile».
LE INIZIALI DELLA FIGLIA, ECCO COME È RIUSCITO A SFONDARE
«Nato 30 anni fa in provincia di Pescara, con un padre agente di commercio,la madre direttrice di hotel, una sorella più piccola di 5 anni, Enrico Remigio si è laureato in Marketing alla Bocconi. Nel 2013 ha trovato il suo primo lavoro in Thailandia in una fabbrica che esporta forniture per impianti elettrici. Da un anno, invece, vive e lavora a Singapore come responsabile vendite alla Ktm (l’azienda di moto). È fidanzato da 5 anni con una ragazza francese (Lauren, 33 anni), che vive a Bangkok», ha scritto Renato Franco sul Corriere della sera.
DA PESCARA A SINGAPORE E RITORNO IN ITALIA, DA GERRY
Enrico Remigio è il primo vincitore della nuova edizione di “Chi vuol essere milionario?”. L’ingegnere trentenne da Singapore, è tornato in Italia proprio per sostenere il provino per partecipare al programma, senza immaginare che sarebbe riuscito a rispondere correttamente alla fatidica domanda da un milione di euro. Il suo nome resterà sicuramente negli annali della televisione, ma Remigio prima di essere riconosciuto come colui che ha risposto senza timore, e dopo un lungo ragionamento, alla domanda da un milione di euro nella 14esima stagione dello show, ovvero: “Cosa lasciò scritto sul suolo lunare Gene Cernan, l’ultimo uomo che mise piede sulla luna?”, Enrico è un ingegnere originario di Pescara – ha scritto Ilaria Costabile. Dopo aver conseguitola laurea con il massimo dei voti, ancor prima di compiere trent’anni è volato a Singapore per lavorare come manager in un’azienda motociclistica. Proprio da Singapore, qualche mese fa, ha deciso di tentare i provini per partecipare alla trasmissione, convincendo gli autori per la sua determinazione e la sua bravura.