Sempre più spesso i consigli di amministrazione delle società quotate hanno in agenda i temi legati alla sostenibilità e ai cambiamenti climatici: e’ quanto emerge da uno studio di Spencer Stuart, il Board Index, la pubblicazione che analizza le caratteristiche e il funzionamento dei Consigli di Amministrazione delle maggiori società quotate italiane, giunta alla 24/ma edizione.
Sedici aziende su 100 hanno istituito comitati di sostenibilità, mentre resta elevato il gender gap, con solo 11,9% di cariche esecutivo ricoperte da donne, che rappresentano appena il 9,9% dei presidenti, mentre la percentuale di donne sale al 35,8% per quanto riguarda i consiglieri d’amministrazione, grazie alla norma sulle quote rosa nei Cda; ma gli amministratori delegati donne sono soltanto l’8,5% del totale. Transizione energetica, “neutralità climatica 2050”, attenzione dell’opinione pubblica e dei consumatori giovani al cambiamento climatico, crescente sensibilità su temi social e di inclusione, sono alcuni degli elementi che oggi pongono l’accento sulla necessità per tutte le aziende di agire e assumere decisioni considerando l’impatto su una platea di stakeholder molto ampia e in una prospettiva di medio-lungo periodo.
Questi elementi, si legge nella nota di sintesi del rapporto, devono entrare a far parte delle strategie di business delle aziende almeno in considerazione dei potenziali rischi finanziari associati.
I piani di sostenibilità diventano sempre più protagonisti del dialogo fra le aziende e gli investitori istituzionali (e taluni Attivisti), che ricorrono ormai sempre più spesso alla strategia SRI dell’engagement, votando alle assemblee degli azionisti con l’obiettivo di influenzarne le politiche di sostenibilità. E’ così che alcuni Consigli di Amministrazione hanno già istituito al proprio interno dei Comitati preposti a ragionare su questi temi. Il 16% delle società quotate in Italia di cui 12 nel segmento FTSE, vede Comitati di Sostenibilità focalizzati unicamente su tematiche ESG. Un altro 16% ha formato allo scopo “Comitati congiunti”.