Amazon entra nel ristrettissimo club delle società del trilione. Mentre, nelle stesse ore, Facebook crolla a Wall Street: in aumento i costi per la protezione dei dati degli iscritti. I due colossi hi-tech hanno presentato i dati trimestrali, ma il mercato ha reagito in modo completamente opposto.
Ha premiato Amazon, che a fine seduta ha guadagnato oltre il 12 per cento e ha superato per la prima volta i mille miliardi di capitalizzazione. In questo modo ha raggiunto Apple e e Google, le uniche due aziende che finora avevano raggiunto questo record. Il mercato ha comprato a piene mani i titoli della società di Jeff Bezos perché i conti presentati hanno battuto le attese: nell’ultimo trimestre si sono registrate entrate per 87,44 miliardi di dollari, prevedendo per il trimestre in corso altre entrate tra i 69 e i 73 miliardi di dollari.
Con il risultato in Borsa, Bezos – che possiede circa 57 milioni di azioni – vede aumentare il suo patrimonio personale di oltre 12 miliardi di dollari, rafforzando la sua posizione di uomo più ricco del mondo. Un risultato che ha raggiunto con l’ultima trimestrale del gruppo da lui fondato: le entrate di Amazon sono 87,44 miliardi di dollari tra vendite, servizi web e pubblicità, ed hanno prodotto utili per 3,3 miliardi di dollari (+8 per cento), contro le previsioni degli analisti che indicavano tra 1,2 e 2,9 miliardi. E pensare che da luglio a settembre del’anno scorso, c’era stato un calo del 25% degli utili, con un aumento del 43% i costi di spedizione negli ultimi mesi, per 12,9 miliardi, per rendere il servizio più veloce ed efficiente.
Discorso completamente diverso per Facebook. Gli investimenti crescenti da parte del social network per la protezione della privacy degli iscritti e per fronteggiare campagne di odio e insulti reiterati sono alla base del calo dei titoli a New York. Nonostante la società fondata da Mark Zuckerberg abbia annunciato utili per 7,3 miliardi nel trimestre e un aumento dei ricavi pari al 25 per cento rispetto al periodo precedente, le azioni hanno perso oltre il 6 per cento, con un calo della capitalizzazione di quasi 50 miliardi di dollari.
Non solo: il direttore finanziario di facebook, David Wehner ha dichiarato agli analisti che la società prevede un rallentamento della crescita, in parte a causa delle normative e di “altri venti contrari correlati alla pubblicità”. Di cosa si tratta? Le recenti normative sulla privacy dei dati in Europa e California, costringeranno la società a miglioramenti del browser o del software del sistema operativo, che dovrebbero limitare la capacità del social network di utilizzare dati sensibili.
Luca Pagni, Repubblica.it