Sembra che il potere di Re Mida sia passato dalle mani dell’uno a quelle dell’altro. All’indomani della presentazione dei conti delle rispettive società, si fa notare il cambio di registro nella narrativa del presente (e futuro) di Facebook e Tesla, marchi del tech indissolubilmente legati ai nomi di Mark Zuckerberg ed Elon Musk.
Facebook, preoccupa il rallentamento della crescita
Il rallentamento del ritmo di crescita del social network, che sta diventando una costante degli ultimi periodi, ha cancellato dalle riflessioni degli investitori il fatto che le entrate dell’ultimo periodo del 2019 abbiano battuto le attese. Chiaro sintomo è stata la reazione di Wall Street, per quanto registrata negli scambi after hours ovvero dopo la chiusura ufficiale: l’azione Facebook è arrivata a cedere il 7 per cento.
Il social media più popolare al mondo ha fatto registrare nell’ultimo trimestre del 2019 entrate superiori alle attese per 21,08 miliardi di dollari: un primato per Facebook, anche se si tratta dell’incremento più basso di sempre, meno del 25% anno su anno. In pratica quello passato è stato il quarto trimestre di seguito che l’incremento delle entrate per Zuckerberg è risultato inferiore al 30%. Il Financial Times ha subito annotato che si è trattato di un tasso di crescita dei ricavi ai minimi dal maggio del 2012, e cioè da quando il social network ha debuttato in Borsa. E già l’anno scorso, il social aveva avvertito di un “rallentamento più pronunciato” del tasso di crescita delle entrate, citando “venti contrari e incertezze”. David Wehner, Chief Finance Officer di Facebook, all’epoca aveva puntato il dito contro la nuova normativa sulla privacy che offre ai consumatori più potere per impedire alle aziende di raccogliere e vendere i propri dati, come il Regolamento generale sulla protezione dei dati in Europa e la legge sulla privacy dello stato della California, nonchè l’introduzione di regole sulla privacy più rigorose da parte dei sistemi operativi, come iOS di Apple. La società ha anche introdotto le proprie iniziative sulla privacy sulla scia dello scandalo di Cambridge Analytica, come uno strumento che consente agli utenti un maggiore controllo su come Facebook e altre terze parti utilizzano i propri dati.
A poco sono servite le parole del fondatore per frenare la caduta: “Un ottimo trimestre e un buon fine d’anno”, ha detto. Neppure i dati positivi sugli utenti: quelli giornalieri sono aumentati a 1,66 miliardi, quelli mensili a 2,5 miliardi. Il gruppo – che ha nel suo pacchetto ha anche Instagram, WhatsApp e Messenger – ha anche annunciato un piano di riacquisto delle proprie azioni da 10 miliardi di dollari, che dovrebbe sostenere il titolo.
Azione Tesla a nuovi record
Ben diverso l’umore in casa Tesla, dove – dice Bloomberg – si è chiuso un nuovo trimestre con la manetta del gas aperta che apre a nuovi rally dell’azione. Sembra che Musk stia vincendo la scommessa contro quei fondi che hanno fatto proprio del titolo Tesla il bersaglio preferito dello “short”, le scommesse sul ribasso. Per il momento dovranno leccarsi le ferite, visto che nel dopo-mercato il guadagno è stato in doppia cifra e il valore di un titolo è arrivato a vedere i 660 dollari.
In questo caso, i risultati industriali positivi si sono combinati col cambio di comunicazione di Musk. Dopo mesi di annunci che venivano regolarmente delusi dalle effettive capacità produttive della sua casa automobilstica, Tesla è al secondo trimestre in fila di risultati oltre le attese degli analisti. Ha segnato un boom di entrate per 7,38 miliardi di dollari, con il record sul fronte delle consegne delle auto elettriche, che nell’ultimo trimestre è stato di 112 mila unità. E moltissime sono le speranze riposte in Model Y, il nuovo Suv crossover la cui produzione è già iniziata nello stabilimento californiano di Fremont.
Per gli ultimi tre mesi, il produttore californiano di veicoli elettrici ha visto gli utili scivolare a 105 milioni di dollari, o 0,56 dollari ad azione, dai 140 milioni di dollari, o 0,78 dollari ad azione, messi a segno 12 mesi prima. Escluse le voci straordinarie, gli utili ad azione sono stati però pari a 2,14 dollari. Le attese erano per un utile ad azione adjusted pari a 1,77 dollari su vendite pari a 7,0 miliardi di dollari. L’azienda ha detto di aspettarsi di riuscire a vendere “facilmente” oltre 500.000 veicoli nel 2020 e di avere un flusso di cassa e un utile netto in positivo, tranne in alcune occasioni legate al lancio di nuovi prodotti.
Sono poi forti le prospettive relative al mercato cinese, dove Tesla ha aperto l’impianto di Shanghai ed è posizionata per fare bene, coronavirus permettendo.
Giovanni Pons, Repubblica.it