Domani si rinnova l’appuntamento della Fondazione Airc con le “Arance della Salute” che a gennaio compiono 30 anni. Quest’anno il frutto simbolo della corretta alimentazione sarà distribuito in oltre 3mila piazze e in più di 800 scuole per raccogliere nuove risorse da destinare al lavoro dei circa 5mila ricercatori sostenuti da Fondazione Airc e informare l’opinione pubblica su comportamenti e abitudini salutari. Con una donazione di 10 euro sarà possibile ricevere 2,5 kg di arance rosse italiane, frutti che contengono pigmenti naturali con importanti poteri antiossidanti e circa il quaranta per cento in più di vitamina C rispetto agli altri agrumi.
Per chi volesse aiutare ulteriormente Airc, saranno disponibili anche marmellata d’arancia (vasetto da 240 grammi, donazione minima 6 euro) e miele di fiori d’arancio (confezione da 500 grammi, donazione minima 7 euro). Assieme alla reticella i sostenitori riceveranno una colorata shopper realizzata con materiali riciclabili e una speciale guida con preziose informazioni sulla prevenzione e sui più importanti progressi raggiunti nello studio della relazione tra alimentazione e cancro.
Per celebrare questo importante anniversario scendono in campo anche gli chef dei Jeunes Restaurateurs d’Italia con sette ricette per portare subito in tavola sette piatti firmati sani e gustosi. “Le arance rosse sono il simbolo della sana alimentazione, ricche di pigmenti chiamati antocianine che in laboratorio hanno dimostrato di poter rallentare la proliferazione cellulare e aumentare la morte cellulare programmata in numerosi tipi di tumore, come quelli del colon-retto o della prostata”, spiega Luigi Ricciardiello, ricercatore Fondazione Airc e professore di gastroenterologia all’Università di Bologna. “Le arance sono inoltre uno dei frutti presenti nella dieta mediterranea i cui effetti positivi sono dimostrati da numerosi studi epidemiologici. Oggi sappiamo, per esempio, che l’adesione alla dieta mediterranea – prosegue – riduce significativamente la possibilità di sviluppare il tumore del colon-retto e, grazie a uno studio sostenuto da Airc, abbiamo dimostrato in esperimenti di laboratorio che questa riduzione del rischio avviene attraverso cambiamenti del microbiota intestinale”.