(di Tiziano Rapanà) Io non voglio intromettermi in polemiche che non mi riguardano. Tuttavia, da lettore, mi dà fastidio leggere delle fesserie scritte su Massimiliano Parente. Non lo conosco, ma sento di dover spendere due parole su di lui. Ieri è uscito un suo pezzo sul Giornale contro il fenomeno delle book influencer. L’articolo crea una polemicuccia sul web. Oddio chi sono le book influencer? E credo di dovervelo spiegare. Sono delle scrittrici, delle promotrici culturali che sui social network parlano di libri. Lo fanno soprattutto usando Instagram. Parlano al loro pubblico e cercano di persuaderli a leggere soprattutto libri per lo più à la page. Lo fanno, pubblicando delle foto che mostrano questi libri attorniati di oggetti che rimandano al vivere quotidiano. Non sono contrario a questo attivismo social, almeno le book influencer promuovono la lettura. A Parente non piacciono e ne parla male sul Giornale. L’articolo provoca una pioggerellina di critiche. Io stesso ho suggerito la lettura del pezzo ad un’amica, raffinata donna di cultura, che non ha apprezzato il j’accuse dell’autore. Si è limitata a criticare il contenuto dell’articolo ed è finita lì. C’è chi è andato oltre. Un giornalista che non nomino ha scritto, su una testata che non nomino, un articolo ingiusto nei confronti dello scrittore. Addirittura tra le righe, in maniera molto accorta, gli ha dato dello scrittore improvvisato. Mi sembra legittimo attaccare lo scrittore nel merito del suo pezzo, sacrosanto difendere la categoria delle book influencer (tra l’altro, mi hanno parlato bene della scrittrice Carolina Capria – una delle influencer attaccate da Massimiliano Parente – e mi hanno suggerito di leggere il suo romanzo: lo farò), tuttavia non si può sminuire la grandezza di Parente come scrittore. Probabilmente Parente è uno dei migliori scrittori italiani dell’odierno – ahimè talvolta sconfortante – panorama editoriale nostrano. Ha scritto la superba Trilogia dell’inumano, il graffiante e originalissimo romanzo Il più grande artista dopo Adolf Hitler (libro, se non erro, molto apprezzato da Aldo Grasso), il mitico Scemocrazia (se ricordate, un mese fa vi consigliai l’acquisto) e altri libri che non ho letto e che vorrei leggere al più presto. Nella polemica va bene tutto, anche dargli dello stronzo. Ma dell’improvvisato, no. Parente è un signor scrittore e almeno questo bisogna riconoscerglielo.