(di Tiziano Rapanà) Stasera comincia il Grande Fratello Vip su Canale 5. E non me ne frega nulla. Il cast è interessante, tanti nomi del mondo dello spettacolo affolleranno la mitica casa di Cinecittà, da Michele Cucuzza a Rita Rusic. Riparte dunque il carrozzone mediatico dell’ammiraglia Mediaset. Se non sbaglio quest’anno ci sarà pure Fabio Testi, l’idolo del cinema italiano anni settanta e ottanta. Ma a me non me ne importa nulla. E del Gf e della tv generalista tutta. Non mi piace nulla, salvo solo la simpatica Signora in giallo Angela Lansbury che puntuale si presenta tutti i giorni, all’ora di pranzo su Rete 4, per risolvere il caso di turno. Ma della tv, repetita iuvant, non me ne importa nulla: la mal sopporto. Scusate se vi sembro un tantino snob. Ma sono vittima di una possessione frutto di un maleficio realizzato dal demone della protervia. Dunque cosa volete che mi importi delle polemiche che ruotano intorno all’imminente nuovo Sanremo? Contentissimo che Amadeus sia il timoniere della kermesse, è un bravo conduttore, ma dei casini riguardanti l’arrivo di Rula Jebral non me ne importa nulla. Anche su questa cosa, sono indifferente. Non guarderò Sanremo. E cosa volete che vi dica del nuovo film di Checco Zalone? Ne parlano tutti, anzi troppi. Zalone incassa tanto, beato lui. Gli auguro il meglio, ma non ho voglia di scrivere del suo ultimo film. Ne parlano in cento mila, uno in più o uno in meno cosa cambia? Noto che adesso Zalone piace, e tanto, alla gente che piace. Contento per lui. Tra l’altro scopro che alcuni hanno giovato dalla visione del film. Tolo tolo, così si chiama il nuovo lavoro dell’attore, ha spinto alcuni a riflettere sul dramma della migrazione. Bene, me ne compiaccio. Per quanto io, quando ho voglia di riflettere e di acuire la mia alterità rispetto al sentire comune, preferisco farlo leggendo Joyce o un mostro sacro della letteratura anziché guardare un film comico. Giunto a questo punto mi scuso. Se vi sono sembrato eccessivamente detestabile, mi spiace. Ma ve l’ho già detto: sono vittima di una possessione ad opera del demone della protervia. Comunque, per amore di sincerità, non cerco di essere amabile. Non faccio il piacione. Mi limito a esibire la mia distanza dalla convenzionalità del pensiero. Potrei essere più accomodante con le mode del momento, ma non ne ho voglia. Non me ne vogliate, se potete.