Gli investitori temono per i nuovi lockdown e le chiusure delle economie. Gli indici del Vecchio continente recuperano terreno nonostante le vendite in Asia: Tokyo -1%. Negli Usa è arrivato il voto per il pacchetto da 900 miliardi di aiuti, meglio delle stime il dato finale sul Pil del terzo trimestre
Le preoccupazioni sulla variante britannica del Covid-19 continuano a tenere in scacco i mercati finanziari. Il timore degli investitori è che il percorso di normalizzazione dell’economia rallenti bruscamente, con i nuovi stop ai commerci e in generale agli spostamenti delle persone che si stanno rapidamente diffondendo, a cominciare dall’isolamento imposto di fatto al
Regno Unito. I listini americani trattano misti e poco mossi, dopo che le azioni asiatiche hanno chiuso, in mattinata, in ribasso in media di oltre un punto percentuale. In Europa, invece, le principali Piazze finanziarie rimbalzano dopo la seduta in calo di ieri: Francoforte sale dell’1,27%, Parigi dell’1,36% e Milano riesce ad accelerare nel finale guadagnando il 2,03%. Più modesti i guadagni a Londra, che sconta il caos legato alla nuova emergenza virus, con il Ftse 100 in rialzo dello 0,58%. A Wall Street, quando chiudono gli scambi europei, il Dow Jones scivola dello 0,4%, lo S&P500 è invariato mentre il Nasdaq lima lo 0,2%.
Anche il petrolio risente dei rinnovati timori sulla pandemia e dopo il recente recupero si mostra in calo a New York, dove le quotazioni perdono l’1,19% a 47,41 dollari al barile.
L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso in calo – questa mattina – dell’1,04% a 26.436,39. La borsa di Shanghai scivola nettamente nel finale dell’1,86%, Shenzhen dell’1,79% e Hong Kong -1,02%.
Gli Stati Uniti hanno finalmente approvato il nuovo piano di stimoli economici da 900 miliardi di dollari, che si sostanzierà in aiuti alle famiglie e alle imprese. Il pacchetto di stimoli è arrivato con il budget da 1.400 miliardi per finanziare l’attività del governo federale nell’anno fiscale 2021: i due pacchetti hanno ottenuto voti sufficienti per passare il vaglio del Senato americano e, visto che il provvedimento è già stato licenziato dalla Camera, manca la firma del presidente Donald Trump.
Dal fronte macro, è migliore delle attese il dato finale sul Pil Usa nel terzo trimestre, cresciuto del 33,6% contro il 33,1% delle prime stime. La fiducia dei consumatori americani, misurata dal Conference Board, è calata in dicembre a 88,6 da 96,1 di novembre. Il dato è sotto le attese degli analisti, che scommettevano su 97,0. In Europa si registra il calo della fiducia dei consumatori tedeschi di gennaio: è risultata a -7,3 punti rispetto ai -6,8 punti di dicembre. E’ il terzo declino consecutivo dovuto alla recrudescenza dei casi di coronavirus, come sottolinea il gruppo Gfk. Tuttavia si tratta di un risultato migliore rispetto alle indicazioni degli analisti che si aspettavano un calo di 9,5 punti. I principali istituti di statistica europei intanto prevendono per l’ultimo trimestre un nuovo rallentamento dell’economia dell’Eurozona dopo il forte rimbalzo del terzo trimestre. Nel rapporto realizzato da Ifo, Istat e Kof si ipotizza per l’ultimo quarto dell’anno un calo del 2,7% portando così la caduta complessiva per l’area euro nell’intero 2020 a -7,3%. DI “rischi al ribasso” parla anche il Fondo Monetario Internazionale, sottolineando che l’attività economica dovrebbe recuperare più gradualmente di quanto previsto del World Economic Outlook e che “la nuova ondata richiede ulteriori aiuti nazionali”. Per questo, evidenzia l’Fmi “gli stimoli non vanno ritirati in modo prematuro”.
Menzione particolare per le vendite al dettaglio dell’Australia di novembre che sono balzate del 7% su base mensile, ben oltre il rialzo +2% atteso dal consensus, e rispetto all’1,4% di ottobre. Hanno inciso positivamente il Black Friday e la riapertura dei negozi retail a Melbourne a seguito del lockdown da coronavirus.
L’euro chiude in calo e torna sotto quota 1,21 dollari. La moneta unica passa di mano a 1,2176 dollari e a 126,16 yen. Su dollaro/yen a 103,61. La sterlina è in calo sul dollaro a 1,3346 ed è scambiata a 91,26 pence per euro. Lo spread tra Btp e Bund tedeschi chiude in recupero a 111 punti base.
Tra le materie prime, nonostante le incertezze generali non si assiste a un balzo dell’oro – solitamente bene rifugio in tempi incerti – che sui mercati asiatici si attesta a 1.874,20 dollari con una flessione dello 0,46%.
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