Il consorzio Gas for Climate, che riunisce dieci aziende europee di infrastrutture gas, tra cui Snam (nella foto, l’a. d. Marco Alverà), e due associazioni attive nel settore del biogas e del biometano, tra cui il Cib – Consorzio Italiano Biogas, ha pubblicato un nuovo studio sullo sviluppo del biometano e dell’idrogeno in Europa e sul ruolo chiave che avranno come gas rinnovabili e low-carbon funzionali agli obiettivi di neutralità climatica al 2050 e di abbattimento del 55% delle emissioni di CO2 al 2030. Il “Market State and Trends Report”, sviluppato da Guidehouse, fotografa i trend di crescita del mercato e illustra casi di studio di diversi paesi europei, tra i quali l’Italia, individuando i progressi necessari sia dal lato regolatorio sia da quello della domanda per favorire una maggiore penetrazione di idrogeno e biometano. Per quanto riguarda il biometano si osserva una crescita rapida della produzione e degli impianti di digestione anaerobica e upgrading, anche in virtù della discesa dei costi, con un conseguente aumento delle iniezioni in rete nell’ultimo decennio da circa 5,5 TWh all’anno agli attuali 20 TWh. Entro il 2030 la quota di biometano nelle reti europee potrebbe arrivare al 5-8%. La maggior parte degli impianti che producono biometano in Europa (il 65% nel 2019) utilizza rifiuti o biomasse agricole come effluenti zootecnici, sottoprodotti agricoli e colture di secondo raccolto.