La notizia è ormai arcinota, da giorni. Dopo mesi di voci sulla sua possibile ricandidatura, Giuseppe Sala ha sciolto la riserva: correrà per riconquistare la poltrona di sindaco di Milano. Il primo cittadino ha affidato il suo “sì lo voglio” ai canali social. Non sarà quindi più un dirigente d’azienda prestato alla politica e cercherà invece di approfittare dell’alto indice di gradimento che gli viene attribuito in città. In un sondaggio pubblicato a luglio infatti fu l’unico, tra i colleghi delle 5 maggiori metropoli del Paese, a migliorare il consenso ottenuto alle elezioni e a restare sopra al 50% delle preferenze.
La sua carriera è iniziata in azienda, alla Pirelli, dove ha ricoperto diversi incarichi. In particolare, nel 1994 è diventato direttore del controllo di gestione e della pianificazione strategica del settore pneumatici di Pirelli e nel 1998 è stato nominato amministratore delegato della Pirelli Tyre. Nel 2001, ha ricoperto l’incarico di vicepresidente senior, responsabile delle strutture industriali e logistiche del settore pneumatici.
Un anno dopo lascia quel settore per le telecomunicazioni e assume la carica di chief financial officer (CFO) di Tim. Dal 2003 al 2006 è direttore generale di Telecom Italia Wireline e infine della Tim. Il suo ‘avvicinamento’ alla politica è del 2009, e lo si deve all’allora sindaco Letizia Moratti. Fu lei a volerlo nella squadra, affidandogli l’incarico di direttore generale del comune di Milano, che ha ricoperto fino a giugno 2010. Poi ancora un ritorno alle aziende con la presidenza di A2A, l’azienda pubblica lombarda di energia e servizi. La ‘svolta’, a metà tra la politica e il management, con Expo: nel 2013 il presidente del Consiglio Enrico Letta lo nomina commissario unico delegato del governo per l’Expo. Un ruolo che gli dà una notorietà internazionale. Sulla scia del successo dell’Esposizione Internazionale, la determinazione a candidarsi a sindaco di Milano.
Partecipa alle primarie nel febbraio 2016 superando di gran lunga gli altri candidati e con il sostegno di Pd, Italia dei Valori, Sinistra per Milano e la lista civica Beppe Sala – Noi Milano, si presenta alle urne. Al primo turno non ce la fa contro il rivale del centrodestra, anche lui con un passato manageriale, Stefano Parisi ma al ballottaggio del 19 giugno viene eletto sindaco con il 51,70% dei consensi.
Expo però è stata anche causa di alcuni problemi giudiziari comunque poi risolti: il 21 ottobre scorso è stato prosciolto per prescrizione dall’accusa di falso, maturata nell’ambito di un travagliato procedimento, prima destinato all’archiviazione e poi riaperto, sulla Piastra di Expo, la struttura dove poi sono stati messi i padiglioni. In primo grado era stato condannato a sei mesi per avere retrodatato due verbali, poi il trascorrere del tempo, in assenza di una sua rinuncia alla prescrizione, ha ‘cancellato’ la pena. Nel 2018 invece la sua posizione era stata archiviata in relazione all’accusa di turbativa d’asta, sempre in merito alla Piastra.
Sala nei mesi scorsi non si era mai pronunciato sui suoi progetti futuri, sottolineando sempre di voler essere sicuro di avere “la forza e l’energia fisica e mentale” per impegnarsi per altri 5 anni alla guida della città. Lunedì, in occasione della festa di sant’Ambrogio, patrono della città, ha sciolto la riserva: “ora – ha detto – sento che posso e voglio farlo”.