Una perdita di indotto pari a 20 miliardi di euro, una cifra vicina all’1% del Pil nazionale. Questo il danno che la montagna legata all’industria dello sci sarà costretta a subire senza l’avvio della stagione invernale. A lanciare l’allarme gli assessori di Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Provincia di Bolzano, Veneto e Friuli Venezia Giulia, che fanno appello al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri “affinché ci possa incontrare ed ascoltare”. In questi ultimi giorni – rilevano gli assessori delle regioni alpine – si sono ripetuti i messaggi di esponenti del Governo e virologi che affermano come si possa tranquillamente fare a meno della settimana bianca e dello sci, uno svago che non è indispensabile” ma “non è corretto parlare di ‘solo sci'”.
“Attorno alla stagione invernale – sottolineano- abbiamo intere economie di montagna e alcune centinaia di migliaia di posti di lavoro perlopiù stagionali: infatti agli impiantisti bisogna aggiungere i noleggi, le scuole di sci, i ristoranti, i rifugi, gli alberghi, i bar, i negozi e tutte le altre attività economiche legate, dall’artigianato alla filiera alimentare, senza dimenticare il settore dei trasporti privati, dei servizi, della moda, dei carburanti e così via”.
“Senza l’apporto della stagione invernale per la montagna è il disastro totale. Chiudere durante le festività natalizie significherebbe pregiudicare irrimediabilmente l’intera stagione, molti non aprirebbero nemmeno più”. “Il trasporto di persone sugli impianti a fune deve essere considerato alla pari di altri mezzi di trasporto, come bus e treni. Noi – dicono gli assessori – siamo pronti al confronto con il Governo per evitare rischi collegati alle festività, e siamo sicuri che è possibile gestire la questione”.
“Del resto – proseguono – quando chiediamo l’apertura dei comprensori sciistici in sicurezza grazie al protocollo approvato lunedì lo facciamo per tutelare un indotto che è vitale per la montagna, ad oggi non ci sono alternative per garantire un tale indotto e occupazione. Pertanto, sia in caso di prolungamento della chiusura dei comprensori sciistici, sia nel caso di una riapertura con forti limitazioni di presenze sugli impianti e piste da sci, chiediamo – concludono – al Ministro Gualtieri e al Governo Conte di prevedere adeguate misure economiche di ristoro per le attività direttamente ed indirettamente coinvolte”.