“Gli steroidi anabolizzanti (SA) hanno un lato oscuro: sebbene servano a curare importanti patologie, gli stessi farmaci possano essere utilizzati impropriamente per scopi non terapeutici in soggetti sani, ad esempio per aumentare la massa muscolare e sono attualmente ampiamente usati nelle palestre e in alcuni sport. Ma hanno un lato oscuro: dopo una assunzione protratta la produzione di spermatozoi ha bisogno di un periodo molto lungo per tornare alla normalità, sino a tre anni”. Lo afferma Salvatore Sansalone, specialista in Andrologia e docente all’Università di Tor Vergata che denuncia: “L’uso di sostanze farmacologicamente attive per migliorare le performance nello sport è nettamente aumentato negli ultimi 40 anni con l’introduzione degli androgeni anabolizzanti steroidei (SAA). Ma essendo un comportamento sommerso – spiega il professore – non ci sono dati precisi sulla sua diffusione ma solo stime”.
“Il loro uso eccessivo e l’abuso rappresenta una delle principali cause di danno iatrogeno a carico dell’asse ipotalamo-ipofisi-testicoli” sottolinea Sansalone – nei maschi gli steroidi vanno sempre sospettati come possibili fattori causali di ipogonadismo ipogonadotropo, infertilità, disturbi della sessualità e deficit erettile. Sono composti in grado di potenziare i processi anabolici nell’organismo. Influiscono infatti sul metabolismo proteico, stimolando la sintesi delle proteine (effetto anabolico) e inibendone la degradazione (effetto anticatabolico), inoltre agiscono sulla massa grassa, riducendola”.