Tre governatori hanno chiesto al Governo il lockdown per gli over 70 per scongiurare lo spettro del lockdown nazionale
Mentre proseguono i vertici tra il premier Giuseppe Conte e i capidelegazione dei partiti di maggioranza, si accende il confronto tra Governo e territori. Le Regioni chiedono di essere inserite nel processo decisionale che porterà a stilare il nuovo Dpcm, ed emergono dalle riunioni le divisioni dei governatori sul nodo lockdown. Molte sono state le proposte per evitare la chiusura totale. “Costruiamo insieme il Dpcm su due orizzonti: misure nazionali e misure territoriali.
Sul primo punto è vigente l’ultimo Dpcm, possiamo anche alzare l’asticella nazionale su alcuni punti condivisi e su alcuni territori alziamo i livelli di intervento”, ha dichiarato il ministro Roberto Speranza.
Tra le misure proposte dai governatori, c’è quella di limitare gli spostamenti over 70 per ridurre la diffusione di Covid tra le fasce della popolazione più colpite, in particolare durante la prima ondata. A richiedere la nuova stretta sono stati la Lombardia, il Piemonte e la Liguria, tra i territori che hanno pianto più vittime anziane tra marzo e aprile.
“Il documento dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) e il sistema di monitoraggio che abbiamo condiviso con scienziati e Regioni ha una serie di ipotesi che devono scattare automaticamente. Se un Rt supera un certo livello, allora alcune misure già previste dal piano che abbiamo condiviso e aggiornato insieme, devono scattare in automatico”, ha ribadito Francesco Boccia.
Sulla scuola “non si deve prendere una decisione univoca, ma deve dipendere dal grado dell’indice Rt in ogni regione”, ha proseguito il ministro agli Affari regionali. “Il governo nazionale è al vostro fianco per eventuali ulteriori restrizioni condivise a partire dalla mobilità regionale, e possiamo decidere di adottare ulteriori misure, ma ogni presidente di regione può intervenire in base alle esigenze e criticità del proprio territorio. Le regioni che singolarmente chiudono alcune attività o riducono gli orari in base all’attuazione del piano condiviso sull’andamento epidemiologico devono sapere che saremo al loro fianco con ogni forma di sostegno”.
Attilio Fontana, governatore della Lombardia, attualmente la regione con più casi, si è detto favorevole alla chiusura in assenza di altre misure efficaci. “Il lockdown è l’unica misura che si è dimostrata efficace. Se possiamo andare avanti con altre misure non determinanti, procediamo. Ma se i tecnici ci dicono che l’unica alternativa è il lockdown, facciamolo a livello nazionale. È necessario che i provvedimenti vengano presi a livello nazionale, se fermiamo Milano, si ferma la Lombardia e il coronavirus oggi è diffuso su tutto il territorio nazionale, non è come a marzo”.
Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, è finito nella bufera per un tweet in cui sottolineava la necessità di intervenire sulle categorie più fragili come gli anziani, definiti “non indispensabili” alla macchina produttiva del Paese. Nel vertice con l’esecutivo ha ribadito che “il Paese non può permettersi un nuovo lockdown”.“Se dopo le 18 abbiamo detto che si chiudono le attività non necessarie, allora dopo le 18 non bisogna più stare in giro o fare cene con non conviventi”, ha dichiarato Michele Emiliano, governatore della Puglia.
I sindaci intervenuti alla riunione hanno invece richiesto la chiusura dei centri commerciali nei week-end, “perché è in quei giorni che si concentra l’affluenza”, e la chiusura degli sportelli scommesse nelle tabaccherie e nei bar. I primi cittadini hanno inoltre chiesto all’esecutivo di rivelare le misure che verranno prese in futuro, con una pianificazione chiara sulla base del rischio, come già fatto nel documentato del Comitato tecnico scientifico. Questo per coinvolgere i cittadini “in un percorso trasparente” nel rispetto delle “restrizioni: indice Rt sale, scattano le limitazioni, indice Rt scende, si allentano”, ha spiegato Antonio Decaro, presidente dell’Associazione nazionale Comuni italiani (Anci).
Libero.it