Publicis Group ha subito un duro colpo negli ultimi mesi, dopo che gli inserzionisti di tutto il mondo hanno tagliato i loro budget durante la pandemia di coronavirus. Adesso sembra però che il terzo trimestre dell’anno stia mostrando dei segnali di miglioramento per una delle più grandi società pubblicitarie del mondo, un segmento che viene preso come indicatore per l’andamento generale del mercato.
Il gruppo, con sede a Parigi, ha registrato un calo del fatturato organico del 5,6% negli ultimi tre mesi dell’anno, una flessione che rappresenta un segnale di ripresa rispetto al -13% del secondo trimestre del 2020.
«Publicis ha cercato di trarre vantaggio dai clienti che hanno indirizzato i propri budget verso il commercio e i media digitali», ha spiegato l’amministratore delegato Arthur Sadoun in un’intervista. «E nonostante la significativa recessione dell’economia a livello globale osservata quest’anno, i ricavi della società derivanti dai 200 clienti più redditizi, che rappresentano quasi il 60% del fatturato totale, non sono diminuiti, ma al contrario hanno mostrato un incremento dell’1% su base annuale».
«Questo non significa che la crisi sia finita per la società», ha continuato Sadoun, aggiungendo che «lo scenario rimane molto incerto e con la nuova ondata di casi che potrebbe rendere il quarto trimestre molto impegnativo».
Tornando ai conti del trimestre, Publicis ha registrato un fatturato netto di 2,3 miliardi di euro, in leggero calo rispetto ai 2,6 miliardi dello stesso periodo dello scorso anno.
In Nord America i ricavi organici sono diminuiti poi del 3%, mentre in Europa hanno evidenziato una contrazione del 9%, in Medio Oriente e in Africa dell’11% e in America Latina del 14,8%.
I settori più redditizi del business pubblicitario, che generalmente comprendono l’industria di viaggi, fast food, retailer e automotive, hanno tagliato invece i propri budget negli ultimi mesi, in scia al calo dei clienti e alla riduzione della capacità produttiva. Le due categorie che hanno impattato maggiormente sul fatturato della società quest’anno sono state quelle del comparto automobilistico e dei servizi finanziari, con il settore dell’assistenza sanitaria e dei beni di consumo confezionati che hanno contribuito a compensare parte della performance negativa.
All’inizio di quest’anno, molte attività pubblicitarie hanno iniziato a congelare le assunzioni e tagliare drasticamente le spese. Publicis da parte sua ha ritirato la guidance finanziaria e ha dichiarato che ridurrà i costi dell’intero anno di 500 milioni di euro, un target che la società «intende ancora raggiungere».
Marco Livi, ItaliaOggi