Ci dovrebbero essere i big della Silicon Valley, come Apple e Facebook, ma non solo nell’elenco di 20 colossi tecnologici che finiscono ulteriormente sotto i riflettori della Commissione europea. Secondo quanto riporta il Financial Times, infatti, a Bruxelles si starebbe stilando un elenco di venti società ai quali applicare norme più stringenti, per limitare il loro strapotere sul mercato del web in particolare.
Secondo le fonti citate dal quotidiano della City, qualora le aziende trovassero il proprio nome della lista si dovrebbero preparare ad affrontare una regolamentazione più “complicata” rispetto ai competitor di dimensioni minori, soprattutto per quel che riguarda la gestione della mole di dati di cui dispongono: potrebbe arrivare per loro l’obbligo di condividerli con altri, oltre ad esser maggiormente trasparenti sulla loro raccolta. Sarebbe un tentativo, da Bruxelles, di cambiare le regole del gioco senza passare per le procedure di investigazione.
“L’enorme potere di queste piattaforme non è positivo per la concorrenza”, ha detto una delle persone che lavora al dossier al Ft, spiegando la volontà ferma della Ue mentre i dettagli sono ancora da limare. Più che alle sanzioni, comunque, si guarda appunto a contromisure – come l’obbligo di aprire i propri dati – che agevolerebbero la partecipazione al mercato da parte di aziende che hanno le spalle più piccole.
La mossa, visto che si aspetta una lista sbilanciata pesantemente verso gli Usa, potrebbe tornare ad agitare i rapporti tra i due lati dell’Atlantico. Già Valdis Dombrovskis aveva recentemente minacciato nuove tariffe nel caso in cui non fossero stati ammorbiditi i dazi su 7 miliardi di dollari di prodotti made in Eu. Il pressing su Big Tech, d’altra parte, sta montando sempre più anche in patria. Nel Vecchio continente, la lista potrebbe accompagnarsi a una più profonda revisione dei servizi digitali e delle regole di Internet, le cui fondamenta dovrebbero esser gettate già a dicembre.
Repubblica.it