Il Governo getta alle imprese un salvagente da 19.6 miliardi di euro. Questa è il valore complessivo, messo in evidenza nella Nadef (la nota di aggiornamento del documento di economia e finanzia), approvata dal consiglio dei ministri del 5/10/20, delle risorse stanziate nel 2020 per gli «interventi per la continuità delle imprese» durante l’emergenza sanitaria da Covid-19. Il peso delle risorse messe in campo per fronteggiare l’emergenza, come chiaramente si evince nella Nadef, non esauriranno il loro impatto unicamente nel 2020 ma, seppur in termini residuali, avranno effetti finanziari nel corso anche del triennio successivo.
Oltre ai 19.6 miliardi erogati nel 2020 infatti, altri 5,5 miliardi sono stanziati nel 2021 in conseguenza di disposizioni fiscali come il rafforzamento patrimoniale delle imprese di medie dimensioni ed i bonus fiscali per sanificazione e per gli affitti, il cui impatto fiscale si vedrà anche nell’anno venturo. Tornando al 2020, con ben 7.3 miliardi stanziati il maggior peso in termini di risorse impiegate è attributo al «contributo fondo perduto a favore dei soggetti che hanno subito riduzioni del fatturato». La disposizione, introdotta con l’articolo 25 del decreto rilancio (il decreto legge 34/2020), consiste nell’erogazione di una somma di denaro senza obbligo di restituzione destinata ai titolari di partita Iva che esercitano attività d’impresa e di lavoro autonomo con ammontare di ricavi e compensi 2019 non superiore a 5 milioni di euro.
L’entità dell’agevolazione in commento, oggetto tra l’altro di una parziale riapertura per la presentazione delle istanze grazie a un emendamento approvato durante l’iter di conversione del decreto Agosto – decreto legge 104/2020 (vedi ItaliaOggi di ieri), è commisurata alla diminuzione di fatturato subita a causa dell’emergenza epidemiologica da ogni impresa.
Al secondo posto tra le misure più onerose con 3.9 miliardi di «costo» per le casse dell’erario vi è la cancellazione del saldo irap 2019 e della prima rata di acconto 2020. La norma, disciplinata dall’articolo 24 del decreto rilancio (decreto legge 34/2020), prevede una selettiva abrogazione dell’obbligo di versamento sia del saldo 2019 sia della prima rata d’acconto relativa all’anno d’imposta 2020 dell’imposta regionale sulle attività produttive.about:blank
La disposizione in commento prevede però delle specifiche esclusioni.
Come indicato al comma 2 dell’articolo 24 del decreto infatti, tale agevolazione è applicabile unicamente alle imprese e lavoratori autonomi con ricavi/compensi 2019 non superiori a 250 milioni di euro e risultano inoltre esclusi dall’ambito applicativo per espressa previsione normativa banche, intermediari finanziari, imprese di assicurazioni ed enti pubblici.
La sommatoria dello stanziamento per il tax credit sanificazione e per il bonus locazioni è invece al terzo posto della graduatoria con 1.7 miliardi.
Tra le due disposizioni la più costosa è il bonus locazioni, introdotto con l’articolo 28 del decreto rilancio, che concede agli affittuari di immobili un credito d’imposta per al 60% dei canoni corrisposti per le mensilità da marzo a giugno.
Inoltre, grazie ad un emendamento introdotto in sede di conversione del dl agosto (vedi ItaliaOggi di ieri) unicamente per le strutture turistico ricettive il bonus è stato prorogato fino al 31 dicembre 2020.
Aumentano le risorse anche per il tax credit sanificazione. Dopo il flop della distribuzione del precedente stanziamento pari a 200 milioni di euro che di fatto aveva erogato ad ogni richiedente solo il 9% delle spese sostenute, il governo, sempre in sede di conversione del dl agosto è intervenuto mettendo sul piatto altri 403 milioni di euro.
Giuliano Mandolesi, ItaliaOggi