“Da noi in ospedale non c’è un’emergenza sanitaria. Abbiamo 28 persone in terapia intensiva contro le centinaia che avevamo e abbiamo poco meno di 200 pazienti contro i 2.400 che avevamo”. Lo dice a Porta a porta il governatore del Veneto, Luca Zaia, sottolineando che comunque bisogna mantenere alta l’attenzione. “Dobbiamo essere sul pezzo – spiega – fare testing. Ricordo che il Veneto ha chiesto di adottare i tamponi rapidi, quelli coreani li abbiamo testati noi per primi in Italia e finalmente, è notizia di queste ore, il Governo si è deciso ad adottare i tamponi rapidi, che vuol dire avere l’esito in sette minuti e si fa on the road, in strada. Se il 21 febbraio avessimo avuto i tamponi rapidi, non dico il test della saliva, saremmo stati molto più aggressivi nel contenimento dei focolai”.Zaia ricorda anche l’importanza dell’utilizzo dei dispositivi di protezione. “L’1,8% dei nostri 11mila medici ospedalieri si sono infettati durante la fase acuta del Covid – ragiona – perché così pochi? Perché utilizzavano le mascherine, che è il presidio principale per evitare il contagio. Finché non ci si mette in testa che l’uso della mascherina è fondamentale non se ne viene fuori”. Il governatore rimarca che il virus è “in una fase di convivenza e come è arrivato se ne andrà. Ovviamente, questa è una fase difficile”. Sulla situazione della scuola, Zaia sostiene che il Veneto ha “schierato una macchina da guerra: stiamo testando 780mila studenti e 95mila operatori; oggi il livello di contagio è di 85 positivi, con un’incidenza dello 0.02%. Peraltro il contact tracing ci dice che la positività viene da fuori, dall’ambiente familiare o dai luoghi di aggregazione, non dalla scuola”. Zaia assicura che il Veneto è pronto a tutto, grazie anche ai “700mila tamponi molecolari pronti, ai 500mila tamponi rapidi già acquistati e ai 24,5 milioni di mascherine che sono in magazzino”, ma invita a non essere pessimisti, perché “ne dobbiamo venire fuori, non possiamo pensare di fermare il mondo un’altra volta”. Il governatore del Veneto conferma la volontà di distribuire i vaccini antinfluenzali anche alle farmacie per renderli più facilmente reperibili. “Siamo stati la prima regione d’Italia ad acquistare 1,3 milioni di dosi di vaccino per 8,5 milioni di euro – fa notare – Li distribuiamo, anche alle farmacie, oltre la quota prevista in conferenza Stato-Regioni, che è l’1,5%”.