Come prevedibile l’accesso ai tanti soldi del Recovery fund è condizionato ad una serie di interventi su pensioni e sussidi in primis.
Mentre la politica si divide sul ricorso al MES, un conflitto molto politico-ideologico e poco pratico, non è passato inosservato il legame fra l’addio ufficiale a Quota 100, la revisione del Reddito di Cittadinanza ed il prossimo incasso del Recovery Fund che nel 2021 vedrà l’Italia come il paese cui verranno girate maggiori risorse. Dunque via libera ai piani che includano anche un abbassamento delle tasse sul lavoro, purché si cancelli l’insostenibile (parole della Corte dei Conti) esperienza di Quota 100 e si metta mano al Reddito di Cittadinanza, il sussidio per eccellenza, smorzandone i contenuti di spesa improduttiva.
L’inutile scontro sul MES
A questo punto si capisce quanto sia tutto marketing politico l’agitarsi dei partiti intorno all’ipotesi MES. Chi sostiene che il MES rappresenta un cappio al collo e che sia meglio attendere i soldi del Recovery fund, ignora o finge di ignorare che quest’ultimo non manca certo di condizionalità, come dimostrano gli ultimi input giunti da Bruxelles su pensioni e Reddito di cittadinanza.
Conte e il Rdc
Il presidente del Consiglio ha preso in mano il dossier sul Reddito di cittadinanza e le politiche attive sul lavoro (incontro fra domanda e offerta di impiego, fra aziende e disoccupati), e ha stigmatizzato il fatto che – a distanza di un anno e mezzo dall’introduzione del reddito – non esista traccia di un sistema unico e nazionale informatico che dovrebbe aiutare i disoccupati a trovare un lavoro e le aziende a trovare le persone che lo cercano. E così la misura del Reddito diventata in molti casi un deterrente alla creazione di occupazione.
Il muro 5Stelle
“Condividiamo la necessità di ottimizzare la parte relativa alle politiche attive del lavoro, espressa anche dal presidente Conte, in particolare l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro. Per raggiungere questo obiettivo, non si potrà prescindere da un confronto in sede parlamentare per trovare in maniera condivisa le soluzioni più adatte a favorire il più possibile l’occupazione dei beneficiari”. Così in una nota i deputati del MoVimento 5 Stelle in commissione Lavoro alla Camera.
“Abbiamo sempre detto che il piano per il Reddito di Cittadinanza è un intervento di lungo respiro che agisce su due fronti, la lotta alla povertà e l’integrazione lavorativa, come avviene già in tutti i Paesi UE. Si tratta di un percorso articolato che abbiamo intrapreso, non solo assegnando il beneficio alle famiglie più in difficoltà, ma rafforzando anche i centri per l’impiego con quasi 11mila assunzioni”.
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