Boccata di ossigeno per i consumi ad agosto. Nel mese delle ferie degli italiani per antonomasia, arrivano alcuni segnali di ripresa, secondo l’Osservatorio permanente sull’andamento dei consumi nei settori ristorazione, abbigliamento e non food elaborato da Confimprese-EY. Trend che registra una chiusura complessiva al -11,9%.Si tratta di un risultato migliore rispetto al -28% di luglio e al -27% nel progressivo dei primi 7 mesi di quest’anno (in entrambi i casi rispetto agli stessi periodi 2019). Adesso, però, l’attenzione è rivolta alla consuntivo di settembre e soprattutto dei mesi successivi, che segnano tra gli altri la ripresa delle scuole, la fine della cassa integrazione, le decisioni in merito all’utilizzo delle risorse del Recovery Fund e i possibili nuovi focolari da coronavirus.
Comunque, a sostenere i consumi in agosto, che però non controbilanciano un ultimo trimestre a -22,8%, è stato soprattutto il periodo dei saldi posticipati ma anche la riduzione o cancellazione delle ferie da parte degli italiani. Così, infatti, hanno portato a casa un netto recupero i negozi di abbigliamento e accessori (-7% rispetto al -30% di giugno e luglio). Questo permette alla categoria peggio performante durante il lockdown (marzo-maggio 2020 a -83%) di recuperare in parte, sempre secondo l’Osservatorio Confimprese-EY, attestandosi al -23,7% nell’ultimo trimestre e al -38% nel progressivo d’anno. Di parziale recupero si parla, invece, per la ristorazione dove il mese di agosto segna -21,3% (-30% di giugno a luglio con l’ultimo trimestre che si chiude a -27,2% e il bilancio degli ultimi 6 mesi a -54% e a -40% sull’anno).
Spostandosi sul fronte dei differenti format di vendita, i saldi spingono mall (o centri commerciali) e outlet, rispettivamente -11,6% e -5,2% nel mese (ma -40% da inizio anno). Periferie e città di provincia (-10% sul mese e -18,5% nell’ultimo trimestre) sono di contro i luoghi che hanno registrato le vendite più alte. Senza dimenticare le località turistiche, meta degli italiani ma non dei turisti stranieri.
Di conseguenza non arginano le perdite le città a forte vocazione turistica (per l’appunto spesso straniera) come Firenze (-32,9%) in primis ma pure come Milano (-31%), Roma (-19,1%), Bologna (-25,3%,) e Genova -16,2%.
Chiudono le categoria rilevate da Confimprese-EY il non food (ossia intrattenimento, ottica, arredo casa e oggettistica), contenendo la flessione a -13,3% in agosto e chiudendo il trimestre a -10% (-38% negli ultimi sei mesi e -29% nel progressivo annuo), e infine il settore travel giù del 52% ad agosto, dato che porta il trimestre a -65% e gli ultimi 6 mesi a -77% (il progressivo annuo viene archiviato a -62%). «Registriamo un primo mese con qualche segnale positivo o meglio di rallentamento della decrescita», dichiara Mario Maiocchi, direttore Centro studi Confimprese, in riferimento ai dati agostani. Eppure «permane una profondissima crisi nel canale travel, che a questo punto richiede urgenti riflessioni a livello di filiera per il supporto degli operatori. Molti lavoratori sono ancora in smart working e questo, insieme al calo dei viaggi di lavoro e dei turisti stranieri, determina la desertificazione di stazioni e aeroporti. È necessario intervenire sulla mobilità, altrimenti il comparto rischia il collasso».
E per i prossimi mesi? «Vista la riduzione del potere di spesa di molte famiglie ci aspettiamo una lenta ripresa nei prossimi mesi», aggiunge Paolo Lobetti Bodoni, business consulting leader Italy di EY. «In particolare novembre e dicembre saranno fondamentali per capire quanto il calo sarà strutturale».
Marco A. Capisani, ItaliaOggi