(di Tiziano Rapanà) Alessandra Ferramosca è un talento noto nel mondo dell’arte gastronomica. È una consulente per aziende e ristoranti. Crea e suggerisce piatti. È l’eminenza grigia che sta dietro alla costruzione di un menù. Salentina, di Maglie, Ferramosca è un fiume in piena che ama visceralmente la propria terra. La onora tutte le volte che inventa una pietanza. La creazione è quasi sempre un mix tra sperimentalismo ardito e tradizione, che si lega al piccolo mondo antico della cucina delle sue parti. Mi ha confessato di avere inventato – per un noto ristorante romano – un panino con farina di riso venere, farcito con cozze, scaglie di pecorino romano e pepe nero.
Come ha cominciato?
Ho aperto un profilo su Facebook.
Tutto qui?
Sì, grazie a Facebook ho cominciato a ricevere proposte.
Primo ingaggio?
A Gallipoli, per un progetto della Regione Puglia.
Il piatto forte del suo debutto?
La polpetta di frisella.
Come si prepara?
Faccio una polpetta, con l’impasto di frisella, e la friggo. A volte la farcisco con del pecorino romano, spezie o pomodori secchi.
Qual è il suo cavallo di battaglia, in cucina?
Sono brava a fare il pane in tanti modi diversi.
Curiosità da bon vivant. Nella Taieddha (o riso, patate e cozze), cozze sgusciate o a mezzo guscio?
A mezzo guscio.
Ma così è una tortura, non si può mettere in difficoltà un commensale…
Condivido. Non è un piatto indicato per gli ospiti.
Vorrei un suo parere sulla mitica carne di cavallo alla pignata.
Non amo cucinare i piatti a base di carne.
A cosa si deve questa sua acrimonia nei confronti della carne?
Non saprei. La cucina salentina è essenzialmente a base vegetariana.
È vegetariana?
No.
Ma non le piace la carne…
Non mi fa impazzire.
Da quanto tempo fa consulenze?
Dal 2013.
I familiari sono contenti del suo lavoro?
Sì. Mi supportano.
Non dicono nulla del suo girovagare per l’Italia?
Io sto molto in casa, durante l’anno.
Fa la casalinga?
Faccio parte di un’associazione, l’Accademia dei volenterosi, che promuove la cultura enogastronomia salentina.
Concretamente cosa fa?
Organizzo, con l’associazione, gli Educational press tour.
Spieghi.
Sono dei percorsi riservati ai giornalisti, che vogliono conoscere i sapori della nostra terra.