
(di Tiziano Rapanà) Gli scimpanzé rischiano l’estinzione. All’inizio del secolo scorso si contavano circa 2 milioni di esemplari. Oggi, a malapena, 340 mila. Ne ho parlato con Daniela De Donno, massima esperta italiana del tema. È la presidente del Jane Goodall Istitute Italia. L’organizzazione porta il nome della celebre primatologa inglese, nota per i suoi studi sugli scimpanzé. La dottoressa De Donno vinse, anni addietro, il premio Terre de Femmes per un suo progetto di conversione di un orfanotrofio in Tanzania.
Perché i primati rischiano l’estinzione?
L’uomo ha invaso il loro habitat naturale.
Come?
Con la deforestazione, con la creazione di campi di coltivazione e aggiunga pure il problema della caccia illecita.
Si spieghi meglio.
Gli scimpanzé vengono venduti illegalmente come animali da compagnia.
Alla fine è sempre colpa dell’uomo…
Anche gli scimpanzé soffrono il problema del cambiamento climatico.
Dove vivono gli scimpanzé?
Principalmente in Africa. In 21 stati del continente (Camerun, Nigeria, Repubblica democratica del Congo…).
I primati possono ammalarsi di coronavirus?
Sì. L’invasione dell’uomo può portare gli scimpanzé a contrarre le malattie tipiche dell’essere umano.
Come si preservano gli scimpanzé dal rischio estinzione?
Tutelando il loro habitat.
In che modo?
Con la nostra organizzazione abbiamo fatto delle azioni di conservazione dell’ambiente.
Ossia?
Tutelando le riserve naturali dove vivono i primati, creando progetti di forestazione e di sostegno dell’economia locale.
Un esempio concreto.
Abbiamo fatto degli interventi per la potabilizzazione dell’acqua.
Un’eventuale estinzione degli scimpanzé porterebbe danni all’ecosistema?
Sì. Le feci dei primati contengono dei semi utili per l’espansione della flora nelle foreste.