Migliore efficacia della terapia e migliore resistenza agli effetti collaterali della chemio per le donne a cui la somministrazione è accompagnata da una rigida dieta ipocalorica. Uno studio randomizzato olandese appena apparso su Nature Communications, ha valutato l’efficacia della dieta mima-digiuno (FMD, acronimo di Fasting Mimicking Diet) – un piano alimentare a base di vegetali, e bassi livelli di calorie e proteine – su un gruppo di 131 donne con carcinoma mammario HER-2 negativo allo stadio 2/3. “Periodi di digiuno di almeno 48 ore sono necessari per indurre significativi cambiamenti nel metabolismo, tra i più importanti la diminuzione di insulina, insulin growth factor-1 (IGF-1) e glucosio. Effetti metabolici simili possono manifestarsi dopo regimi brevi a bassissimo contenuto calorico e basso apporto proteico spiega Maurizio Muscaritoli, Presidente SINuC. “Si parla spesso di digiuno e cancro, come strumento per ‘affamare’ le cellule tumorali e migliorare l’efficacia delle terapie. L’argomento è particolarmente delicato e deve essere trattato da specialisti e con la massima attenzione e competenza: sappiamo infatti che il 65% dei pazienti presenta una condizione di malnutrizione – seppur variabile in gravità a seconda del tipo di tumore – variabile già alla prima visita oncologica” spiega Muscaritoli.