
Investimenti pubblici, semplificazione ed efficientamento della pubblica amministrazione, riforma della giustizia e investimenti in istruzione. E’ questa, in estrema sintesi, la ricetta per la Fase 3 in Italia del professor Carlo Cottarelli, nella foto, intervenuto, on line, all’Executive Master in Business Administration dell’Università di Udine, organizzato dall’ateneo e con il patrocinio di Confindustria Udine. “Siamo di fronte a una crisi senza precedenti – ha affermato Cottarelli – perché riguarda sia la domanda, sia l’offerta. Una crisi alla quale si sta tentando di reagire con politiche espansive, che consentono ai Governi, con la garanzia delle banche centrali, di aumentare il deficit pubblico e il debito in percentuali che non hanno precedenti storici”. “Tutti stanno facendo manovre espansive, ma il problema dell’Italia – ha ricordato – è determinato da un debito elevato e da una crescita che è bassa da almeno 20 anni”.
Questo, ha aggiunto Cottarelli, ce lo possiamo permettere “soltanto perché c’è stato il sostegno delle autorità europee, dalla Bce alla Commissione. Questo ci ha consentito di evitare una crisi finanziaria e di spendere”.
Ma come spendiamo? “In misure difensive – è stata la risposta di Cottarelli – che attenuano la botta per famiglie e imprese, ma difficilmente faranno ripartire l’economia. Ci vorrebbero misure dichiaratamente più espansive, facendo investimenti pubblici, che alimentano subito la domanda e lasciano qualcosa alle future generazioni. Meno efficace sarebbe un taglio delle tasse o un riduzione dell’Iva, perché si corre il rischio che, pur spendendo molto, queste risorse alimentino più il risparmio che la domanda, sia per le famiglie, sia per le imprese”. Ad un preciso quesito su un rischio default per il nostro Paese, Cottarelli ha risposto che “al momento i mercati in primis ci dicono che questo rischio è basso, ma non dobbiamo abbassare la guardia. L’Italia deve riprendere a crescere, perché non lo faceva già prima della crisi sanitaria. Non c’è alternativa”.Un concetto, questo, rimarcato anche dalla presidente di Confindustria Udine, Anna Mareschi Danieli, che ha sottolineato come, al momento, “manchi una strategia, manchino menti aperte, competenti e orientate al cambiamento continuo di cui abbiamo bisogno per affrontare l’evoluzione in atto”.