Suor Maria Laura Mainetti (al secolo: Teresina Elsa) sarà beata. Papa Francesco, ricevendo ieri in udienza il cardinale Angelo Becciu, prefetto per le Cause dei Santi, ha autorizzato la Congregazione a promulgare il decreto che ne riconosce il martirio, in quanto uccisa “in odio alla fede”. Lo rende noto un Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede.
Suor Mainetti, suora professa della Congregazione delle Figlie della Croce, Suore di Sant’Andrea, nata a Colico (Italia) il 20 agosto 1939, fu uccisa a Chiavenna il 6 giugno 2000, da tre ragazze minorenni durante un rito satanico. Decima figlia di una coppia della Valtellina e presto orfana di madre, suor Maria Laura interpreta, sottolinea Vatican News, come progetto di Dio sulla sua vita, le parole di un sacerdote, durante una confessione, che la portano a desiderare un “vita tutta donata nell’amore”. Così nel 1957 comunica alla sua famiglia di voler diventare suora e si dedica all’educazione, alla formazione e all’assistenza spirituale e materiale di bambini e adolescenti.
E proprio per aiutare una ragazza che le aveva telefonato dicendole di essere rimasta incinta dopo uno stupro, esce la notte del 6 giugno del 2000 dal convento da sola. Un inganno che la porta alla morte, non prima però di aver pronunciato parole di perdono per le sue tre giovani carnefici.
Tra i prossimi nuovi Beati figura un laico venezuelano, José Gregorio Hernandez Cisneros, nato il 26 ottobre 1864 ad Isnotú, nello Stato andino di Trujillo. José è il primo di sei fratelli. Si laurea in medicina a Caracas e approfondisce gli studi a Parigi, Berlino, Madrid, New York. Diventa docente universitario e scienziato: è uno dei 2000, primi a introdurre il microscopio nel Paese e fonda la cattedra di batteriologia nell’università della capitale venezuelana. Lo accompagna sempre una fede viva: per lui la medicina è una missione, in particolare per i più bisognosi. Spesso compra le medicine ai pazienti e invece di chiedere soldi li dà. Lo chiamano il “medico dei poveri”. Ha una forte vocazione religiosa: vuole farsi monaco e parte per l’Italia nel 1908, entrando nella Certosa di Farneta, in provincia di Lucca. Ma deve tornare in patria per motivi di salute. Ci riprova qualche anno dopo, iniziando gli studi teologici presso il Collegio Pio Latino Americano a Roma. Ma si riammala. Capisce che Dio lo chiama alla vita laicale. Diventa Terziario francescano e come San Francesco riconosce il volto di Gesù in ogni malato. Cura con coraggio i pazienti durante l’epidemia di febbre spagnola. Il 29 giugno 1919 si reca in una farmacia di Caracas per comprare delle medicine per una donna anziana: viene travolto da un’automobile. Portato in ospedale, riceve l’Unzione degli Infermi. Muore mormorando queste parole: “Oh, Beata Vergine!”. Sarà beatificato anche l’argentino Mamerto de la Ascension Esquiú, dell’Ordine dei Frati Minori, nominato vescovo di Cordoba tre anni prima della morte nel 1880. Un religioso nato l’11 maggio 1826 a San Josè de Piedra Blanca e morto il 10 gennaio 1883 a La Posta de El Suncho. Fu la sua mamma a trasmettergli la fede e la devozione a San Francesco d’Assisi sin dall’età di 5 anni. Entrato così nell’Ordine dei Frati Minori, il 31 maggio 1836 iniziò la sua educazione e il suo periodo di noviziato presso il convento francescano di Catamarca. Nel 1842 emise la professione solenne nell’ordine e fu ordinato sacerdote il 18 ottobre 1848.