Utilizzo di droni e sensori termici per scovare la Xylella fastidiosa prima che distrugga tutti gli ulivi: questa la finalità del progetto Redox, già pronto, presentato dal Distretto tecnologico aerospaziale (Dta) e finanziato dal ministero dello Sviluppo economico. Partner del progetto, insieme al Dta, sono il Cnr, l’Enav e l’azienda Planetek che avrà il compito di commercializzare i risultati. Base operativa sarà l’aeroporto di Grottaglie (Ta), piattaforma nazionale ed europea per testare l’uso dei velivoli a pilotaggio remoto. REDoX (la sigla per intero è Remote Early Detection of Xylella e significa Rilevazione precise a distanza della xylella) è il nome del progetto proposto e coordinato dal Distretto tecnologico aerospaziale (Dta), ammesso a finanziamento dal Ministero dello Sviluppo economico. Obiettivo, si spiega, è “dare la caccia al batterio che sta distruggendo gli ulivi della Puglia”. Nel progetto sono coinvolti il Cnr, Consiglio nazionale delle ricerche, l’Enav, l’Ente nazionale di assistenza al volo, attraverso una società controllata e Planetek di Bari, azienda attiva nell’utilizzo di micro satelliti e di rilevazioni di dati da satellite. Il progetto, spiega il Dta, sviluppa un set di tecnologie e procedure per l’acquisizione, trasmissione, archiviazione, elaborazione e condivisione di dati tele rilevati. Questi vengono acquisiti con sensori digitali montati su satellite, aereo, drone e piattaforme terrestri per la identificazione delle piante di ulivo infettate da Xylella fastidiosa. Identificazione che avviene prima ancora dell’insorgere di sintomi visibili ad occhio nudo.