“Dopo quattro mesi di lockdown avremmo voluto riaprire gli istituti almeno per le ultime settimane di lezione, ma il governo era contrario”. E’ quanto rivelato, con un post su Facebook, dal governatore ligure e vice presidente della Conferenza delle Regioni, Giovanni Toti. “Abbiamo aperto, elaborando come Conferenza delle Regioni delle linee guida apposite, nidi e centri estivi, per poter dare un po’ di sostegno alle famiglie e un po’ di svago ai bimbi” ha aggiunto il governatore ligure. Toti ha spiegato che le Regioni hanno chiesto al governo due cose: “di elaborare le regole di sicurezza per mandare a settembre i figli a scuola. Ma dopo il plexiglas proposto da Roma, anche qui abbiamo deciso di fare da soli e abbiamo elaborato nostre linee guida per il ritorno tra i banchi, senza “box” e senza costringere i ragazzi a tenere le mascherine per 8 ore di fila” ha detto il governatore. L’altra richiesta è relativa al voto per le regionali: “abbiamo chiesto di votare a fine luglio, oppure la prima settimana di settembre o al massimo la seconda, per rimandare poi gli alunni in aula senza interrompere di nuovo le lezioni. Per coerenza, comodità e sicurezza, visto che per i seggi in quelle aule passeranno milioni di persone. Cosa hanno deciso a Roma di fronte a queste nostre richieste? Di votare il 20 settembre o addirittura c’è chi vorrebbe il 27 e di far cominciare le scuole il 14 – ha sottolineato Toti – Ora, tra il 14 e il 20 corrono 6 giorni: due servono per votare, uno per allestire, uno per lo scrutinio, almeno uno per sanificare. Quindi dal 14 le scuole saranno aperte solo due giorni! Ma come si fa a ragionare così?! Torno a ripetere – ha concluso il presidente della Regione Liguria – votiamo il 6 settembre, o votiamo il 13 ma evitiamo questo balletto assurdo. Anche se temo che ancora una volta non verrò ascoltato”.