Secondo le previsioni elaborate dal Centro studi Unioncamere Emilia-Romagna nel 2020 sarà del 10 per cento la flessione del fatturato delle imprese della regione, causa coronavirus.
È una stima, spiega Unioncamere, che non tiene conto delle misure a sostegno dell’economia predisposte a livello regionale, nazionale ed europeo, e va dunque interpretata come l’effetto del Covid-19 sull’economia in assenza di interventi correttivi. In forte flessione, superiore al 40 per cento, i comparti maggiormente legati all’industria turistica; cali compresi tra il 10 e il 20 per cento per alcune attività connesse alla cura delle persone e del commercio.
“I dati selezionati sono un “fermo immagine” fondamentale per una prima interpretazione- commenta Alberto Zambianchi, presidente di Unioncamere Emilia-Romagna- .Purtroppo, gli effetti negativi della recessione saranno direttamente correlati alla durata reale dell’emergenza sanitaria”. In termini assoluti le imprese emiliano-romagnole registreranno un calo del fatturato di oltre 37 miliardi. Manifatturiero e Costruzioni presentano diminuzioni nell’ordine del 10-15 per cento, tengono e in alcuni casi crescono i settori appartenenti alla filiera sanitaria – anche nella sua componente manifatturiera – e dell’agroalimentare. Il 35 per cento delle aziende dell’Emilia-Romagna, sottolinea ancora Unioncamere, nel 2020 dovrà fare ricorso a liquidità aggiuntiva per sostenere i costi, il fabbisogno di liquidità occorrente a queste imprese ammonterà a quasi 5 miliardi, il 6 per cento del fatturato. Nel settore dell’alloggio e della ristorazione la quasi totalità delle imprese necessiterà di liquidità aggiuntiva.