Una delle principali applicazioni riguarda sicuramente l’ambito medico: la sterilizzazione dei dispositivi di protezione individuale, delle superfici, dei pavimenti, e tutto ciò che necessita di disinfezione, affermano i ricercatori che hanno messo a punto questo nuovo metodo
Quante proprietà hanno i Led ultravioletti. Tra le tante, il fatto che potrebbero rivelarsi estremamente efficaci per decontaminare le superfici e, potenzialmente, anche l’aria e l’acqua. Lo sostengono in un articolo pubblicato sulla rivista ACS Photonics i ricercatori del Solid State Lighting & Energy Electronics Center (SSLEEC), presso l’Università della California di Santa Barbara. “Una delle principali applicazioni riguarda sicuramente l’ambito medico: la sterilizzazione dei dispositivi di protezione individuale, delle superfici, dei pavimenti, e tutto ciò che necessita di disinfezione”, afferma Christian Zollner dell’Università della California di Santa Barbara.
“Esistono già strumenti di sterilizzazione basati su questa tecnologia utilizzati in medicina e sono sempre più frequenti le attenzioni rivolte al potenziale della luce ultravioletta come mezzo per contrastare il nuovo coronavirus“, aggiunge il ricercatore, specificando che l’efficacia del metodo per il Covid-19 deve essere ancora dimostrato, ma sembra essere piuttosto promettente. La società Seoul Semiconductor all’inizio di aprile ha dichiarato di aver raggiunto la sterilizzazione efficace al 99,9 per cento in 30 secondi grazie a dispositivi LED UV, una tecnologia attualmente utilizzata in ambito automobilistico.
“Le lunghezze d’onda nell’intervallo in grado di eliminare la presenza del virus però possono essere dannose per la pelle umana, per questo sono attualmente impiegate solo nelle situazioni in assenza di persone”, specifica Zollner, ricordando come anche l’Organizzazione mondiale della sanità abbia messo in guardia sull’uso delle lampade a raggi ultravioletti per questo tipo di impieghi, dato che anche una breve esposizione a frequenze d’onda dannose potrebbe provocare ustioni o lesioni.
“Il nostro metodo si basa principalmente sull’uso di componenti chimici, come il carburo di silicio o il nitruro di gallio, in grado di esaltare le qualità del materiale e garantire una maggiore sicurezza e una migliore efficacia durante la procedura”, spiega ancora l’esperto. “Questa tecnologia potrebbe essere implementata in tutte le situazioni in assenza di persone per sterilizzare e decontaminare le superfici al meglio. Sarebbe una soluzione semplice, economica, rapida ed efficace. Mentre gli scienziati si impegnano nella ricerca di un vaccino, le nostre armi si limitano ora alla disinfezione, la decontaminazione e l’isolamento”, conclude Zollner, specificando che le indagini sono attualmente limitati dalle misure restrittive imposte dalla diffusione della pandemia.
Repubblica