L’artista di Cagliari è diventata una numero uno. I suoi concerti sono applauditi in tutto il mondo
CAGLIARI, ANNA TIFU È ORMAI LA VIOLINISTA PIÙ FAMOSA NEL MONDO
(di Cesare Lanza per Il Quotidiano del Sud) Anna Tifu, violinista (Cagliari, 1 gennaio 1986) ha trionfato al Teatro Grande di Brescia in un concerto dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino. Nella presentazione abbiamo letto: «La Stagione si apre in Sala Grande con uno dei grandi eventi dell’anno, che vedrà protagonista l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino diretta dal maestro Riccardo Frizza, uno dei più affermati direttori italiani, regolarmente ospite dei più prestigiosi teatri al mondo. Il programma del concerto sarà interamente dedicato a Ludwig van Beethoven e verranno eseguiti Egmont, ouverture in fa minore op. 84, il Concerto in re maggiore per violino e orchestra op. 61 e la Sinfonia n. 5 in do minore op. 67. Per il secondo brano in programma si esibirà come violino solista la musicista italo-romena Anna Tifu, considerata una delle migliori interpreti della sua generazione e vincitrice nel 2007 del prestigioso concorso internazionale George Enescu di Bucarest». Bellissima, elegantissima nelle esibizioni, Anna è una donna molto semplice: confida di essere sempre insicura, adora la musica d’ogni tipo (a parte quella classica, anche rock, pop, rap…) ed è tifosa del Cagliari: per festeggiare i suoi successi, le piacerebbe suonare la Primavera di Vivaldi.
OMIZZOLO, “SOTTO PADRONE”. DENUNCIA IL CAPORALATO
Marco Omizzolo, nato nel 1975 a Sezze, in provincia di Latina, da sempre vive a Sabaudia: presso il Palazzo dei Gruppi parlamentari ha presentato “Sotto padrone.Uomini, donne e caporali nell’agromafia italiana” (Fondazione Giangiacomo Feltrinelli). Con la partecipazione dell’autore, di Maurizio Martina e di Andrea Orlando. Il Messaggero ha scritto: «Libro del sociologo Marco Omizzolo, in passato minacciato dalla criminalità per la sua attività contro il caporalato. «Dodici anni di ricerca e azione sociale condotti nell’Agro Pontino, di impegno collettivo con braccianti indiani, uomini e donne, che hanno deciso di combattere contro padrini, padroni, caporali, trafficanti, corruzione, mafie e omertà raccontati nel dettaglio e senza fare sconti a nessuno. “Sotto padrone” racconta tutto questo, dice Omizzolo, che nella campagna ha anche lavorato sotto caporale e padrone. Numerosi gli episodi raccontati: tra questi«le storie di donne e uomini che hanno scelto la libertà, che hanno combattuto per noi e per loro contro le catene della schiavitù che ipotecano la nostra democrazia. Considero quelle donne e quegli uomini dei veri “partigiani”. Loro hanno dimostrato e stanno dimostrando che lottare per i diritti è possibile, sconfiggere sfruttamento, agromafie e caporalato è nelle nostre possibilità, e che vivere insieme senza razzismo e discriminazione è l’unica opzione possibile per una democrazia civile e matura».
“FERMARE L’ODIO” DI CANFORA, SU FASCISMO DI ALLORA E DI OGGI CAZZOLA DISTINGUE…
Al Circolo dei Lettori di Torino è stato presentato “Fermare l’odio”, editore Laterza, di Luciano Canfora (Bari, 5 giugno 1942). Eccellente recensione di Giuliano Cazzola su Il Foglio: «Lo storico Canfora, a proposito del fascismo, critica l’irridente frastuono giornalistico proteso a enfatizzare le differenze tra “ora” e “allora”. Mostrano di non sapere che anche allora si scivolò per gradi. Canfora, sostenuto da una ricca documentazione, passa a descrivere gli apprezzamenti ricevuti da Benito Mussolini – ancora folgorante in soglio – da parte di capi di Stato, intellettuali, settori della società politica e civile, nazionale e internazionale. Persino un giovane John F. Kennedy, al termine di un viaggio nel Vecchio Continente, annotò nel suo diario: “Sono giunto alla conclusione che il fascismo sia giusto per l’Italia e il nazionalsocialismo giusto perla Germania”. In un discorso del 18 febbraio 1933 Winston Churchill definì il Duce “il più grande legislatore vivente”. Mi permetto, quindi, di correggere il prof. Canfora: almeno una significativa differenza tra “ora” e “allora” esiste. Nessuno oggi, in ogni angolo della terra, oserebbe riconoscere a Matteo Salvini il rango dello statista o del grande legislatore».