La plastica presente nei mari è molta di più di quella che si pensava, l’allarme da uno studio recente

La plastica che inquina i mari e gli oceani e che mette in pericolo non solo l’ambiente ma anche la salute umana è molta di più di quello che si pensava. L’allarme viene da un recente studio scientifico che contiene dati davvero preoccupanti, rendendo l’emergenza ecologica particolarmente grave.
Il problema riguarda le micro particelle di plastica o microplastiche, talmente piccole da essere sfuggite alle rilevazioni condotte finora. Sono state invece rilevate dai ricercatori dello Scripps Institution of Oceanography dell’Università della California di San Diego che hanno messo a punto un nuovo metodo di campionamento della plastica dagli oceani.
Finora, infatti, la plastica è stata raccolta con una sottile rete a strascico in grado di filtrare il plancton dall’acqua e catturare micro particelle di plastica, ovvero frammenti più piccoli di 5 millimetri che riguardano plastiche di tutti i tipi. Tra i campioni prelevati con questo sistema, tuttavia, la stragrande maggioranza, il 90% circa, erano frammenti dal diametro sopra i 333 micrometri, un terzo di millimetro.
I ricercatori dello Scripps Institution of Oceanography, invece, hanno scoperto che nei mari sono presenti microplastiche ancora più piccole, anche di 10 micrometri, e in quantità enormi. Per rilevarle, gli studiosi hanno prelevato sia campioni di acqua marina sia delle Salpe, piccoli organismi che vivono a 2.000 metri nelle profondità degli oceani e che si muovono pompando acqua tramite il loro corpo gelatinoso. Utilizzando il microscopio a fluorescenza, che permette di individuare i frammenti minuscoli di plastica grazie alle onde di luce, è stato possibile osservare la reale quantità di plastica presente nell’acqua di mare. Una quantità impressionante, pari a 8,3 milioni di ultra micro particelle in un metro cubo di acqua.
Se la plastica arriva a contaminare perfino i piccoli organismi che abitano le profondità degli abissi marini e che si trovano in basso nella catena alimentare, si comprende bene quanto possa essere diffusa più in superficie e negli organismi di animali più comuni e più consumati come cibo sia dagli altri animali che dall’uomo.
Del resto già sappiamo quanto sia pervasivo l’inquinamento da microplastiche, ormai presenti ovunque nella pancia di pesci e cetacei e anche nell’organismo umano. I frammenti del materiale più inquinante al mondo hanno da tempo contaminato la catena alimentare, proprio a partire da mari e oceani. Sapere, tuttavia, che la loro quantità è di gran lunga superiore a quanto finora accertato rende il fenomeno ancora più spaventoso.