(di Tiziano Rapanà) Vi informo di una bella cosa riguardante il Salone del Libro di Torino, diretto dallo scrittore Nicola Lagioia. La ricordate la polemica su Altaforte Edizioni, la casa editrice vicina a CasaPound? L’anno scorso, c’erano stati dei problemi sulla loro presenza nella kermesse. il Salone del Libro decise di rescindere il contratto con Altaforte, negandole lo spazio precedentemente assegnato, su richiesta del Comune di Torino e della Regione Piemonte. Il sindaco, Chiara Appendino, e il governatore, Sergio Chiamparino, avevano inoltre presentato un esposto in Procura denunciando per apologia del fascismo il titolare della casa editrice, Francesco Polacchi, in seguito ad alcune sue esplicite dichiarazioni a proposito della sua fede politica. Ad aumentare l’eco del contrasto fu inoltre il contenuto del principale titolo presentato lo scorso anno da Altaforte, un libro intervista a Matteo Salvini curato da Chiara Giannini. Io ero fortemente contrario al divieto e lo scrissi, perché io credevo e credo che si debba concedere pari dignità e libertà di espressione a tutte le case editrici. Ora non voglio menarvela con la retorica à la Voltaire, però bisogna difendere il diritto di parola soprattutto per chi dissente totalmente dalla nostra linea di pensiero. Io credo in altre cose, non la penso in quella maniera, epperò quello spazio ad Altaforte era dovuto. Pertanto mi compiaccio del bellissimo gesto liberale di Nicola Lagioia e del suo staff. Ad informare della cosa è il Primato Nazionale che ha pubblicato la mail ricevuta da Altaforte: “Caro editore ti abbiamo riservato uno spazio speciale al salone internazionale SalTo Nuovi Editori… Ogni editore per noi è importante con il suo lavoro arricchisce varietà titoli garantendo bibliodiversità, aiuta a preservare la pluralità e diffusione delle idee”. Sempre il Primato Nazionale racconta della soddisfazione di Polacchi, il quale afferma di aver accolto l’invito come un gesto distensivo “nei confronti di un mondo culturale che non merita di essere censurato” ma ha avvertito che “la causa di risarcimento per il danno di immagine subito l’anno scorso andrà avanti”. Ora non so come evolverà la situazione. Spero che il vento della polemica non soffi nuovamente sulla vicenda. Auguro a Lagioia e al suo staff, tanta fortuna per… oddio no, come non detto. Mentre scrivo queste righette, apprendo un’amara notizia: il Salone del Torino ha negato tutto. Nessun invito. Gli organizzatori hanno affermato che “visto il pregresso avvenuto nel 2019” non intendono sottoscrivere alcun contratto con la casa editrice Altaforte. La notizia che vi ho appena dato dell’invito ai signori di Altaforte è sbagliata. Gli organizzatori spiegano che “in realtà si tratta di una comunicazione commerciale automatizzata, partita dall’AIE, Associazione Italiani Editori, per un’iniziativa congiunta, destinata a un database contenente i contatti di tutti coloro che hanno richiesto un codice ISBN negli ultimi due anni… Tra questi è stata indirizzata anche alla casa editrice SCA2080 srl con sede a Roma, che a quanto pare, risulta collegata al marchio Altaforte”. Mi sono sbagliato e mi scuso. Nessun gesto liberale, continua l’era del divieto. Peccato. Comunque il Salone del Libro aprirà i battenti a maggio e si può ancora rimediare.