Il 25 dicembre su National Geographic in onda “Il Segreto degli oceani”. Il paleontologo Panti: “Ecco perché le barriere coralline sono fondamentali”
Ogni volta che sciate o passeggiate sulle Dolomiti ricordatevi una cosa: siete sopra dei coralli. Dovremmo rammentare persino ogni volta che respiriamo, che se godiamo dell’ossigeno a disposizione è grazie allo zampino delle barriere coralline. Ma questa classe meravigliosa di animali, che compone e anima mari (e non solo) e gli ecosistemi di tutto il mondo, spesso è fin troppo dimenticata, persino ora che rischiamo di perderla per sempre a causa di sbiancamento e surriscaldamento degli oceani.
Il perché sono così importanti le barriere coralline, cosa implicano per la salute del Pianeta, da dove vengono, dove si trovano e qualche buona notizia per il loro futuro, verranno raccontati in uno speciale documentario che andrà in onda su National Geographic il giorno di Natale, il 25 dicembre, alle 20.55.
“Il Segreto degli Oceani” è un documentario che, come racconta a Repubblica il geologo e paleontologo Federico Fanti, tra i protagonisti insieme all’ingegnere robotico Grace Young e la biologa marina Vanessa Lovenburg, “è nato perché volevamo mostrare una vera ricerca, ripresa in tempo reale, che affrontava l’importanza dei coralli. Lo scopo era diffondere al grande pubblico come questi animali siano fondamentali per noi e la Terra e perché è tempo di agire per preservarli”.
Attraverso un viaggio particolare, dalla Tanzania ai Caraibi passando per le Dolomiti, si analizzano i segreti delle creature viventi più antiche al mondo che hanno dato vita a enormi “città” visibili dallo spazio e che da milioni di anni sono fondamentali anche per la nostra salute. “Parte della ricerca che raccontiamo nel documentario è legata a una barriera corallina scoperta circa un anno fa in Tanzania. E’ molto anomala: non dovrebbe esistere ma c’è ed è in ottime condizioni. Ha tutto il potenziale per essere un tipo di barriera corallina che riuscirà a sopravvivere alla crisi climatica in corso, a differenza delle altre nel mondo. E’ una barriera corallina “torbida”, capace di crescere dove c’è poca luce e in acque calde e poco profonde, con tanti sedimenti. In sostanza cresce nello scenario apocalittico che stiamo creando con la crisi climatica e ci fornisce una speranza. E’ una buona notizia. Sono barriere resistenti e potrebbero essere una banca genetica per le prossime generazioni di barriere coralline”. Ma questo non significa abbassare la guardia davanti ai danni creati dall’uomo e dal surriscaldamento globale.
“Assolutamente no, anzi: mostrare l’importanza dei coralli, anche per qualcosa che potrebbe sembrarci incredibile, è fondamentale per comprendere come agire per tutelarli” spiega lo scienziato. Ad esempio “molte persone non sanno di sciare sui coralli. Le Dolomiti sono fatte di anidride carbonica sottratta all’atmosfera per milioni di anni. Le barriere non sono solo qualcosa di colorato con tanti pesci sott’acqua, ma sono ciò che ci ha permesso di avere un’atmosfera e di respirare. In pochi si immaginano che le Dolomiti sono antiche barriere coralline di 240 milioni di anni che, in tempo geologico, sono state sollevate verso l’alto e oggi sono le bellissime montagne che conosciamo. Abbiamo deciso di esplorare per mostrare ai telespettatori i segreti dei coralli e delle Dolomiti”. Così i ricercatori viaggiano attraverso la Gola del Bletterbach dove nelle sue rocce oggi si può leggere la storia di milioni di anni fa, oppure a Montserrat, nelle piccole Antille del Mare dei Caraibi, dove nel 1995 il vulcano che ha dato origine all’isola si è svegliato ricoprendo di cenere la capitale ma anche le barriere coralline che oggi si stanno lentamente rigenerando. “Ricrescono perché la natura – chiosa il geologo – trova sempre il modo di reagire. Ma le stiamo rendendo la vita difficile. La natura cerca una via di sopravvivenza: nel documentario mostriamo come i coralli abbiano affrontato di tutto in milioni di anni, ma non hanno mai smesso di andare avanti. Adesso però, nella storia del Pianeta, c’è l’uomo, che manipola le altre specie. Ecco perché per questo Natale, attraverso le immagini, vorremmo ribadire ancora un concetto importante: la natura andrà avanti comunque e sta a noi decidere se in futuro vorremmo esserci, se continuare ad ostacolarla o iniziare ad aiutarla”.
Repubblica.it