Presentato dall’associazione il rapporto Pit salute, elaborato in base alle segnalazioni di chi si è rivolto all’associazione.
Liste d’attesa sempre in testa ai problemi segnalati dai cittadini in fatto di sanità. La nuova edizione del Pit Salute, la ricerca di Cittadinanzattiva basata sulle segnalazioni che giungono all’associazione da parte dei pazienti, batte ancora una volta sul nervo scoperto del servizio sanitario. Nel documento si parla di “problemi rilevanti di costi, peso della burocrazia e accesso in una parte ancora significativa del Paese”.
Essendo basato sulle segnalazioni (che sono state 21.416), il Pit salute rende ovviamente conto solo delle persone scontente del servizio, o comunque che si mettono in contatto con l’associazione per segnalare un problema. Per quanto riguarda l’accesso alle prestazioni, la maggior parte delle proteste riguardano liste d’attesa, ticket e esenzioni, intramoenia.
La prima voce vede in testa le visite specialistiche, poi gli interventi chirurgici, poi gli esami diagnostici. C’è anche un’indicazione dei tempi: 9 mesi per oculistica, 8 mesi per cardiologia e 7,5 mesi neurologia e odontoiatria. Per gli esami diagnostici l’attesa si concentra maggiormente su ecografie, risonanze magnetiche, ecocolordopler e tac. Le attese medie segnalate dai cittadini per gli esami sono più lunghe in caso di mammografia (16 mesi), risonanza (12 mesi), tac (11 mesi) ed ecodoppler (10 mesi).
Nel rapporto non si accenna però alle classi di priorità con le quali sono state richieste le prestazioni, che impegnano il sistema a rispondere entro un tempo determinato in base all’urgenza della prestazione stabilita da chi ha prescritto. I cittadini segnalano poi la mancata applicazione delle esenzioni, i costi elevati per la diagnostica e per la specialistica e i costi a totale carico del cittadino.
Antonio Gaudioso, il segretario generale di Cittadinanzattiva, commenta che è stata positiva la scelta dell’abolizione de superticket (che partirà dal dal settembre dell’anno prossimo, ndr) come alcune misure contenute nel Patto per la salute, come i nuovi fondi a disposizione e la possibilità di assumere nuovo personale che possa migliorare gli standard di erogazione e possibilmente contribuire alla riduzione delle liste di attesa.
Emerge poi come il vero tallone d’Achille il tema dei servizi territoriali, poiché non esistono modelli organizzativi definiti e standard che si possano far rispettare: su questo occorre intervenire immediatamente”.
Riguardo agli altri capitoli si parla ad esempio di costi sostenuti per ticket, farmaci, visite specialistiche in intramoenia o nel privato che “si consolidano e crescono, anche quest’anno, evidenziando un problema soprattutto per le fasce di popolazione che hanno pagato il prezzo più alto per i lunghi anni di crisi finanziaria del Paese, è evidente che ben altro impegno economico è richiesto alle famiglie per garantire al domicilio la presenza di una o più badanti, o per sostenere la retta di una Rsa o di una struttura per lungodegenti”. Il primo dei temi segnalati dai cittadini è quello relativo al costo dei ticket per gli esami diagnostici e per le visite specialistiche. In aumento anche le difficoltà di accesso ai farmaci.
Anche le segnalazioni di costo eccessivo per le prestazioni in intramoenia sono in crescita.
Repubblica.it