Secondo la 26° edizione de L’Osservatorio dei Consumi Findomestic tre regioni (Veneto, Lombardia e Emilia-Romagna) trainano i consumi nazionali di beni durevoli che nel 2019 si attestano a 75 miliardi di euro. Risulta invece in calo dopo 10 anni di crescita la telefonia in un contesto di mercato condizionato anche dalla minore spinta innovativa dell’offerta in attesa dell’avvento del 5G. È questa la fotografia scattata dall’edizione numero 26 dell’Osservatorio Findomestic, realizzato in collaborazione con Prometeia e presentato oggi a Milano. Se le famiglie, nell’anno in corso, comprano più mobili e apparecchi per il comfort domestico lo si deve anche all’incremento delle compravendite di immobili che supera il 6% e alla proroga degli incentivi fiscali. Fattori che sono alla base anche della crescita della spesa per elettrodomestici, grandi e piccoli. “Trasversale a quasi tutti i comparti dell’“aggregato Casa”, ha spiegato Claudio Bardazzi, responsabile dell’Osservatorio di Findomestic, “si osserva un rilevante contributo dell’on line e un orientamento della domanda verso prodotti con migliori performance, di fascia premium e eco-sostenibili”. Nel 2019 è la spesa per i veicoli a mostrare la crescita più intensa sia in termini di volumi che di valore. Registrano, infatti, una buona performance tutti i segmenti di mercato osservati (auto nuove, usate, camper, moto e biciclette a pedalata assistita) che beneficiano di condizioni favorevoli sia per quanto riguarda i redditi delle famiglie, sia per quanto riguarda i costi dei finanziamenti. I durevoli trainano i consumi totali che sono in crescita da 6 anni. Il rapporto, realizzato in collaborazione con Prometeia, traccia il quadro di un’Italia che per il sesto anno consecutivo consuma di più anche se a passo ridotto rispetto al 2018: l’incremento, nel 2019, è stato dell’1,1% in confronto all’1,8 dello scorso anno. Il comparto dei beni durevoli, che vale circa 75 miliardi e che rappresenta il 7% della totalità dei consumi, è cresciuto in valore con un tasso d’incremento doppio: +2,1%. Questo significa che gli italiani hanno speso 1,5 miliardi di euro in più rispetto al 2018. Il comparto “veicoli” fa meglio del comparto “casa”. La crescita dei consumi all’interno dell’aggregato dei veicoli è stata del 3,5%, quella del comparto casa non è andata oltre lo 0,5%. Sale così al 54% la rappresentatività dei veicoli all’interno dei consumi in beni durevoli, mentre perde un punto percentuale e scende al 46% la quota della casa. Nonostante un contesto di persistente incertezza, nel corso del 2019 il miglioramento della capacità di spesa delle famiglie (+1,2% il reddito disponibile reale) e il basso costo dei finanziamenti (con i tassi di interesse ai minimi storici) hanno continuato a sostenere la crescita degli acquisti di beni durevoli legati alla mobilità da parte dei privati.
Nel mercato auto sono proprio le vendite alle famiglie che mostrano nel 2019 un leggero progresso (+1,5%), che segue il deciso ripiegamento del biennio 2017-2018 (-4% circa). Se l’immatricolato complessivo è atteso flettere dell’1%, la causa è da individuare nella domanda delle aziende che vede proseguire il trend negativo avviato nel 2018, con un ulteriore calo del 4,3%, dopo un incremento medio annuo a doppia cifra che ha caratterizzato il periodo 2014-2017. Restando nell’ambito dei veicoli l’Osservatorio rivela come gli italiani, quando vanno in concessionaria, facciano sempre più ricorso al credito al consumo: oggi si acquista a rate il 91,6% di moto e scooter, il 90% delle auto usate e oltre il 75% delle auto nuove. Il mercato del credito al consumo chiuderà il 2019 con flussi erogati pari a 71,5 miliardi di euro, il 3,9% in più rispetto al 2018 (secondo le stime Findomestic su dati Assofin), proseguendo nel trend positivo da otto anni. Per l’arredamento il 2019 è il sesto anno consecutivo di crescita (+2,1% in valore), spinto dall’aumento dei redditi, dalla ripresa del mercato immobiliare e dai meccanismi di detrazione fiscale. L’elettronica di consumo (rappresentata per oltre l’80% dal segmento TV, ancora in flessione) vede calare ancora la spesa degli italiani (-5,6%). All’interno del mercato dell’elettronica da segnalare le performance in controtendenza degli altoparlanti per TV, PC, Smartphone e Tablet (+12,1%) e degli Audio Home System (+9,3%), specialmente quelli dotati di smart speaker.
Il 2019 della telefonia si chiude in rosso sia in termini di volumi di vendita (-1,7%) che di valore (-4,4%). Se galoppa la nicchia dei cosiddetti wearables (“indossabili”) che segnano addirittura un + 61,5% (in valore) e degli auricolari (+45,5%), a far innestare la retromarcia al settore ci pensano proprio gli smartphone, in arretramento del 6% in valore.
Nel 2019 sono tre le regioni a trainare i consumi di beni durevoli dell’Italia. Il Veneto è in testa con un +4,5% di crescita, seguito da Lombardia ed Emilia-Romagna con un +4% ciascuna. Soltanto altre due regioni si collocano al di sopra o al pari della media nazionale (+2,1%): Friuli-Venezia Giulia (+2,3%) e Trentino-Alto Adige (+2,1%). Tre si mantengono intorno all’1%: Lazio (+1,3%), Sardegna (+1,3%) e Campania (+1,2%), la migliore del Sud Italia. Poco sotto l’1% troviamo la Sicilia (+0,9%) e il Piemonte (+0,8%) mentre tutte le altre sono più vicine allo stallo. Le Marche sono l’unica regione nella quale gli acquisti di beni durevoli sono calati nell’anno in corso (-0,4%). La maglia rosa della spesa assoluta in durevoli resta sulle spalle della Lombardia con 14,2 miliardi di euro, più del doppio di Veneto e Lazio, al secondo e al terzo posto della graduatoria regionale con una spesa che oscilla tra i 6 e i 7 miliardi. Da segnalare come le prime 6 regioni (Lombardia, Veneto, Lazio, Emilia-Romagna, Piemonte e Toscana) rappresentino il 65% del totale della spesa in beni durevoli in Italia nel 2019.