L’esposizione al teatro dei Dioscuri al Quirinale
Proteggere, conservare, restaurare, diffondere il cinema italiano. È il compito affidato da sempre alla Cineteca nazionale. In via Tuscolana, di fronte a Cinecittà, nello stabile che ospita anche il Centro sperimentale di cinematografia (Csc), nei cellari, nei magazzini, negli archivi della Cineteca Nazionale sono depositati qualcosa come 60mila film, che, dal muto ai nostri giorni, coprono un arco temporale di 120 anni. E quasi a dispetto del fatto che attualmente il prestigioso ente è privo di una sede romana dove svolgere con regolarità un’attività di proiezione, la Cineteca nazionale si mette in mostra per celebrare i 70 anni della nascita.
Al teatro dei Dioscuri al Quirinale ( via Piacenza 1, tel. 06.86981921 fino al 12 gennaio 2020) si inaugura un’articolata esposizione che ne ripercorre la storia. Si tratta di una mostra disseminata di monitor e schermi che propongono filmati d’epoca; testimonianze di lezioni svolte in qualità di docenti da grandi registi; provini di allievi illustri ed eccentrici, da Claudia Cardinale, a Domenico Modugno, a Raffaella Carrà; e poi foto, manifesti, locandine. Perché, oltre ai film, la Cineteca si avvale anche di un archivio fotografico ricco di oltre un milione di scatti.
Insomma la mostra “70 anni della Cineteca Nazionale” è una sorta di scrigno che contiene varie memorabilia e curiosità: da un gioco dell’oca realizzato per l’uscita del film ” Mamma mia che impressione!”, proveniente dal fondo Alberto Sordi, alle pagine del diario degli eventi accaduti al Csc durante l’occupazione nazista di Roma, stilate da una mano anonima; all’elenco dei film requisiti dagli stessi nazisti e successivamente scomparsi nel nulla.
E poi, come nel finale di ” Nuovo Cinema Paradiso”, un lungo montaggio di sequenze con i tagli di censura imposti a film di ogni tipo, dal cinema d’autore, alle commedie più popolari, che testimoniano il cambiamento e l’evolversi del comune senso del pudore.
Una particolare attenzione della mostra è rivolta all’attività di restauro, intensificatasi con l’avvento del digitale. Su una parete sono esposti alcuni fotogrammi dei film restaurati di recente che consentono di verificare, anche ad un occhio inesperto, come pellicole rovinate e decolorate, abbiamo potuto ritrovare tutto il proprio originale splendore.
Ad illustrare modalità e tecniche di questo lavoro sono una serie di filmati, come quello sul restauro di Ultimo tango a Parigi, realizzato da Stefano Landini. Ad accompagnare la mostra ” 70 anni della Cineteca Nazionale” è anche il prezioso, omonimo volume di Alfredo Baldi, storico dirigente e conservatore della Cineteca, e un programma di proiezioni che, già a partire da domani, propongono una serie di ritratti dei grandi autori del nostro cinema.
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