(di Roberto Napoletano per Il Quotidiano del Sud) “Quattro soldi ce li abbiamo, perché sbatterci. Il nostro è un Paese che tendenzialmente non produce più ricchezza, il calo di produttività del lavoro e del capitale sono lì a ricordarcelo ogni giorno. Vuole sapere perché siamo ridotti così? Se vuole le dico quello che dicono tutti: burocrazia, giustizia, tasse, sono tutte cose vere, ma il punto dirimente è un altro. Sa perché la produttività è così bassa, dappertutto? Glielo dico io: il fattore fondamentale è che ci sentiamo un Paese arrivato, i figli non hanno la fame dei padri, investono sulla rendita non sulla modernizzazione delle loro aziende. Formica disse un po’ di tempo fa che il convento era povero, ma i frati erano ricchi. Da allora abbiamo fatto dei passi in avanti e ci siamo specializzati nella estrazione della rendita; dal patrimonio di famiglia, dal bilancio pubblico, ovunque, estraiamo rendita, pensiamo solo a estrarre rendita non a fare prodotti nuovi.”
Questo lungo monologo appartiene a Alessandro Canelli, sindaco leghista di Novara, e ho voluto riprodurlo testualmente in quanto esprime il ragionamento di una persona che è riuscita a sorprenderci perché si è rivelato il più convinto sostenitore dell’operazione verità lanciata da questo giornale sulla distorsione della spesa pubblica, determinata da una attuazione distorta del federalismo fiscale. Nella sua audizione alla Camera in Commissione Finanze, presieduta da Carla Ruocco, Canelli ha parlato come responsabile della finanza locale dell’associazione nazionale dei Comuni. Ha detto chiaro e tondo che lo Stato è inadempiente, che occorre una perequazione tra Comuni, che è necessario che questa perequazione sia orizzontale e verticale e che lui come sindaco di Novara ritiene che sia giusto dare più investimenti pubblici al Sud, che non si può escludere un pezzo di Paese, e che così il conto lo paghiamo tutti.
Potrà sembrarvi paradossale, ma il monologo di questo sindaco che appartiene all’Italia prima che alla Lega è stato il suo modo di rispondere ai miei apprezzamenti telefonici per le parole pronunciate in audizione durante l’indagine conoscitiva. Il sindaco leghista di Novara, con buona pace di tutti, vuole ovviamente più autonomia e vuole che si faccia il federalismo fiscale, ma seriamente e, cioè, fissando livelli essenziali e fabbisogni e facendo più investimenti a partire dal Sud. Lui non lo dice, ma vuole che l’Italia tutta esca dalla logica estrattiva della rendita. È quella che ha reso il Nord con il portafoglio pieno ma dipendente dalla Germania e il Sud molto più povero e abbandonato alla deriva nel Mediterraneo. Se non si condivide l’operazione verità il Paese non riparte e francamente sorprende molto che un esponente della Lega si riveli più attento su questi temi di un Di Maio e della corte dei miracoli che gli gira intorno. Malattie italiane.