(di Tiziano Rapanà) A Torino, la Pastorale Universitaria della Diocesi, con la collaborazione di associazioni e movimenti, si è inventata l’iniziativa “Teologia al Pub”. Il percorso di catechesi e approfondimento fuori dalle mura canoniche, è stato ispirato dal pensiero di Papa Francesco. Egli nella Cristus Vivit, invitava a non rimanere chiusi negli ambienti dove la voce dei giovani non arriva. E dunque per la riconquista dei fedeli va bene pure il pub a Torino. Il programma degli incontri è semplice, direi basilare: si inizia con una mezz’oretta di introduzione condotta da un adulto (prete, suora, religioso, coppia) e un giovane su di un tema a libera scelta. Domani si inaugurerà la “Teologia al pub” al pubMacgillycuddy’s di piazza Arbarello, nel cuore di Torino. Si dibatterà del tema dei temi, la fede. Che dire del Catechismo al pub? Delle due l’una, o si tratta di una geniale operazione di comunicazione e proselitismo, oppure è una mossa disperata figlia di una crisi religiosa sempre più crescente. A me pare una fesseria, una stupidaggine colossale. Altro che pub, qua bisogna convincere i giovani ad affollare le parrocchie, a persuaderli a viverle quotidianamente. E vi parlo da laico. La Chiesa deve ritornare ad essere autorevole, mica ammiccante. Una religione piaciona che si muove nei luoghi à la page non ha futuro. Una fede “birra e salsicce”, con eventuali smorfiette di Carlo Croccolo (e chi ha visto il film Totò Sciecco sa di cosa parlo) non la condivido e nemmeno sopporto. Teoricamente degli innocui incontri al pub non andrebbero demonizzati in maniera così belluina. Epperò la fede, il tema per eccellenza che riguarda la stessa cognizione del vivere, non lo puoi ridurre a chiacchera da bar. Io al pub passo delle serate tranquille in compagnia, mangio una fesseria, oppure talvolta guardo le partite. Ma non ho l’adire di organizzare dei simposi sul cattolicesimo. Il catechismo fatelo in parrocchia, al pub limitatevi a vedervi per bere una birra e mangiare dei succulenti panini imbottiti con la carne arrostita.