(di Tiziano Rapanà) Ah, l’invidia! Sì lo so è una brutta bestia, una malattia terribile analizzata da Francesco Alberoni nel saggio Gli invidiosi del 1994. Sono malato anch’io, scusatemi, abbiate pietà. Oddio forse poi non è un male così terrificante, giacché soffro di “invidia specifica”: invidio una persona sola, ossia mr. Adam Neumann. È co-fondatore di WeWork nonché ex ceo della Compagnia. WeWork è una società immobiliare commerciale statunitense, che fornisce spazi di lavoro condivisi per startup tecnologiche e servizi per altre imprese. Data di nascita, 2010 con sede a New York City. L’azienda non se la passa bene. Tutto inizia dalla IPO rinviata, per poi passare alle dimissioni di Neumann da ceo (che decide di restare presidente del gruppo), fino al nuovo corso gestito dai due timonieri Sebastian Gunningham e Artie Minson, che non vedevano l’ora di licenziare buona parte dei dipendenti. E dopo azioni varie azioni di riduzione delle spesa, alla fine si sono decisi a gettare la spugna. La multinazionale giapponese Softbank salverà l’azienda con un piano di 9,5 miliardi di dollari. 1,5 miliardi in più rispetto al reale valore del gruppo. Un valore misero, solo 8 miliardi. . E pensare che non molto tempo fa la società valeva 47 miliardi di dollari. Poi, grazie ai dubbi del mercato, la valutazione era scesa a 15 miliardi e addio sogni di gloria, così i signori di WeWork decisero di non farsi prendere dall’entusiasmo e di rinviare l’IPO a Wall Street. Ora arrivato a questo punto, qualcuno di voi chiederà: tutto questo cosa c’entra con l’invidia nei confronti di mr Neumann? C’entra eccome, perché alla fine dei giochi Neumann dovrà lasciare la compagnia con le tasche piene: il fondatore riceverà da Softbank circa 1,9 miliardi di dollari. Adesso mi capite? Adam Neumann, classe 1979, capello nero lungo e aria da rockstar si potrà godere la vita. Potrà non fare nulla tutto il giorno, adagiarsi per le spiagge favolose dell’Hawaii, gironzolare tra i mari del sud con uno splendido yacht… e io no! Perché SoftBank non mi dà 50mila-100mila dollari per poter oziare dalla mattina alla sera? Non chiedo mica un miliardo, mi accontento di poco. Ahimè mi tocca arrancare. Intanto chi ha fondato e gestito un’azienda, arrivata sull’orlo del baratro, si gode il conquibus. Beato lui.